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mercoledì 22 dicembre 2010

CRISI ECONOMICA E FUTURO POSSIBILE

Foto di Alessandra Cenci- Penisola Dilek (Turchia)
Gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da una grave crisi economica che sta investendo tutto il mondo. Dai cambiamenti climatici, all’inquinamento ambientale, al tracollo economico… sembra quasi impossibile sperare ormai in un futuro migliore. Quale mondo lasceremo ai nostri figli ed ai nostri nipoti? Eppure come dice Einstein, il padre della relatività “E’ possibile superare i problemi soltanto mutando i pensieri e gli atteggiamenti che li hanno creati”. Come scrive Roy Martina nel suo ultimo libro “La formula per la vita” : “La mentalità del capitalismo deve cambiare, dobbiamo perseguire una crescita sostenibile e verde…”. Per quanto possa sembrare strano da uno studio del Research Institute of Organic Agricolture (FiBL) (en) si dimostra che a parità di ettari, le emissioni di gas serra con coltivazioni biologiche sono inferiori al 35-37% rispetto a coltivazioni secondo concimi convenzionali animali. Questo si spiega perché l’agricoltura biologica in media restituisce il 12-15% in più di anidride carbonica nel terreno rispetto agli altri fertilizzanti grazie all’incremento di fertilità e contenuto di humus che fornisce il terreno. La biodiversità è minacciata dalla distruzione degli habitat naturali, in particolare per via dell’inquinamento, urbanizzazione e deforestazione e prosciugamento di zone umide… nuovi virus e parassiti si sono trovati improvvisamente a dei salti di specie e sono diventati più aggressivi. L’uniformità genetica delle coltivazioni selezionate solo in base ad una maggiore produttività e delle coltivazioni ogm (geneticamente modificate) può creare ad una maggiore vulnerabilità alle malattie in agricoltura e zootecnia. Nel 1840 la peronospora distrusse i raccolti di patata irlandese causando la morte di oltre un milione di persone. Danni ambientali ed incidenti sono ormai sempre più comuni. Gli squilibri sono talmente numerosi che sembra impossibile trovare una via d’uscita. La rabbia e lo sconforto crescono. Ci sono persone che passano la vita su Internet per parlare male di tutti, perfino alcuni scienziati, psicologi ed economisti sono convinti che l’uomo sia per natura aggressivo e utilitarista. “Homo Homini Lupus” scriveva il filosofo inglese Hobbes, eppure come scrive Jeremy Rifkin nel suo ultimo libro “La civiltà dell’empatia” negli ultimi decenni alcune scoperte sensazionali nell’ambito della biologia e delle neuroscienze hanno cambiato questa credenza dimostrando che uomini e donne sono in grado fin dalla più tenera età a relazionarsi con gli altri in maniera empatica, ossia sulla capacità di percepire i sentimenti degli altri, ed in particolar modo la sofferenza come se fossero i propri. La scoperta dei neuroni a specchio nel gruppo di ricerca di Rizzolati e suoi collaboratori nel 1996 è stata causa di un vero terremoto nel mondo accademico e ha costretto biologi, psicologi, filosofi a rimettere in discussione la dicotomia cartesiana mente-corpo, che isolava la ragione dai sentimenti e dalle emozioni. In pratica i ricercatori scoprirono tramite la risonanza magnetica nucleare (NMR) che i neuroni della corteccia frontale del cervello di un macaco si attivavano sia prima che l’animale afferrasse una nocciolina sia se l’animale vedeva il ricercatore allungare il braccio verso la nocciolina senza aver mosso alcun muscolo. La scoperta dei neuroni a specchio apre la porta a quei meccanismi biologici che rendono possibile la socialità. Essere sociali quindi è nella nostra natura. La vita degli individui è resa possibile grazie alle interazioni con gli altri. La vita stessa dei primi individui pluricellulari è stata resa possibile dall’assemblarsi di colonie pluricellulari che man mano sono divenute sempre più complesse attraverso la specializzazione, proprio come nelle comunità umane preistoriche, la presenza di soli cacciatori non garantiva la sopravvivenza e grazie all’introduzione delle coltivazioni nacquero le prime popolazioni. Ora direte voi per sopravvivere e prosperare dobbiamo scegliere tra uno stato statico ed uno dinamico, erbe mediche e tecnologia? Una cosa non esclude l’altra… Esiste un sapere millenario sull’uso delle piante medicinali che ha fondato le sue tradizioni nella filosofia ayurvedica e cinese, mentre la nostra tradizione biomedica è di tipo positivistico, in una persona viene presa in esame solo la sua patologia, eppure se consideriamo i progressi della scienza, la medicina ha fatto miracoli. Per potersi integrare, entrambe devono partire dall’individuo e permettere che i suoi bisogni vengano soddisfatti. Lo stesso vale per le energie, da una parte dovrebbe essere incrementato lo studio e le applicazioni delle energie alternative, dall’altro le fonti petrolifere sono ancora necessarie per produrre le materie prime. Si potrebbe ridurre il consumo di carne, visto che da uno studio della FAO risulta che il bestiame produce il 18% delle emissioni dei gas serra: più del settore trasporti. I cambiamenti climatici, la scarsità dell’acqua e del petrolio potranno alimentare tensioni politiche e instaurare nuovi conflitti. Eppure come scrive Jeremi Rifkin “un gran numero di studi in tutto il mondo dimostra chiaramente che quanto più i valori al centro della nostra vita sono orientati al materialismo, tanto più diminuisce la qualità della nostra vita, e che una volta raggiunta la soglia del benessere, un ulteriore arricchimento non crea più benessere, ma al contrario fa scattare gli egoismi e l’avidità e le persone diventano sempre meno empatiche”. Una svolta positiva è possibile, ma richiede un impegno costante da parte di tutti. Fortunatamente nella storia ci sono state esseri umani esemplari che hanno vissuto secondo i valori umani della compassione, filantropia e generosità. Gordon osservava “L’amore fa crescere il cervello”, abbiamo quindi ancora una possibilità e dobbiamo sfruttarla pienamente soprattutto per le generazioni future. Per ironia della sorte, il cambiamento climatico ci sta costringendo a riconoscere la nostra umanità condivisa e la nostra comune sofferenza. Siamo ancora in tempo per disegnare il nostro futuro positivo, una storia d’amore universale, l’unica in grado di assicurarci un futuro.


Da: Roy Martina “La formula per la vita” Ed. Sperling e Kupfer

Bruce Lipton & Steve Bhaerman “L’evoluzione spontanea” Ed. Macro

Jeremy Rifkin “La civiltà dell’empatia” Ed. Mondadori

lunedì 13 dicembre 2010

PEPERONI RIPIENI DI MIGLIO (decorticato)

Foto e ricetta di Alessandra Cenci – Ricetta per celiaci

Ingredienti per 2 persone: 400gr di peperoni, 100 grammi di miglio decorticato (deve essere scritto nella confezione), 2 spicchi d’aglio, uno scalogno, olio extra-vergine d’oliva, acciughe, capperi, pomodori secchi, foglie d’alloro, timo, maggiorana, prezzemolo, mentuccia, peperoncino, sale marino integrale.

Cuocere il miglio con il doppio dell’acqua per venti minuti. Il miglio non ha bisogno di ammollo preventivo. A parte far soffriggere delicatamente in un kwok o in una padella, uno scalogno con il peperoncino e prezzemolo ed aggiungere i peperoni tagliati in due metà in senso longitudinale. Aggiungere due dita d’acqua e farli cuocere per 10’ per ammorbidirli. A parte preparare un battutino di aglio con le spezie sopra citate. Preparare in una teglia da forno un letto di foglie d’alloro, un po’ d’olio e mettere i peperoni che sono stati lessati e tagliati in due. Una volta che il miglio si è cotto salarlo poco e aggiungere l’aglio tritato con le spezie, i capperi che sono stati a bagno almeno mezzora in acqua per togliere l’eccesso di sale, i pomodori secchi, e riempire i peperoni con il miglio e le spezie. Versarci sopra le due dita d’acqua con i quali si sono fatti lessare un po’ i peperoni con lo scalogno ed infornarli per 15’ a 150°C. Servire in tavola.

Proprietà del miglio (Panicum miliaceum, L.) Forse l’ utilizzo del miglio in questa ricetta può far sorridere, pensando che è l’alimento preferito dei pappagallini ondulati, ma nella realtà il miglio è un cereale molto antico, originario dell'Asia centro orientale, coltivato anche dagli antichi egizi. Attualmente viene coltivato in Asia ed in Africa. A differenza del frumento, il miglio non contiene il glutine, quindi può essere utilizzato per l’alimentazione dei celiaci, ma attenzione, deve essere scritto nella confezione che è decorticato, perché il suo tegumento contiene glutine; ma queste non sono le sue uniche qualità. Nonostante l’aspetto ingannevole dei suoi minuscoli semini dorati, il miglio ha la ricchezza e la completezza degli altri cereali, infatti le sue proteine sono facilmente digeribili ed assimilabili rispetto a quelle del frumento, e tra i lipidi contiene anche un’alta percentuale di grassi insaturi. Il miglio è anche ricchissimo di oligoelementi come ferro e fosforo e per queste proprietà energizzanti è particolarmente indicato all’alimentazione dei bambini, delle donne in gravidanza, e delle persone che svolgono lavori intellettuali. Il miglio è utile quindi anche nei casi di stanchezza da stress, fisica e psicologica, la depressione perché ricco di magnesio, l’anemia perché contiene ferro, e ed è anche un diuretico. Per le sue proprietà mineralizzanti e per il suo contenuto in silicio è adatto anche alla salute dei capelli, delle unghie, della pelle e della salute dei denti in quanto contiene anche fluoro. Ha anche un buon contenuto di vitamine A, B1, B3, E, ed infine è l’unico cereale ad avere qualità alcalinizzanti. Lo trovate in vendita facilmente nei negozi biologici.
Proprietà dei Peperoni (Capsicum annuum L.) Appartengono alla famiglia delle Solanacee, e sono originari dell'America del Sud (Brasile). I peperoni contengono la "capsicina", un alcaloide che conferisce il caratteristico sapore piccante a questo ortaggio. I peperoni sono molto più ricchi di vitamina C rispetto agli altri ortaggi e persino rispetto agli agrumi. Purtroppo la vitamina C, si degrada con il calore, ma i peperoni possono anche essere mangiati crudi in insalata. I peperoni sono ricchi anche di vitamina P che insieme alla C rinforza i vasi sanguigni e per questo sono eccellenti nel prevenire l’aterosclerosi. Sono ricchi di carotene per cui hanno un’azione anti-ossidante e vitamine del gruppo B. Per il loro contenuto di potassio sono diuretici ed abbassano la pressione, sono ricchi di ferro, iodio, fluoro e zinco e per il loro alto contenuto di fibre sono adatti nelle diete dimagranti e per il buon funzionamento dell’intestino. Essendo un pochino piccanti sono sconsigliati a chi soffre di iperacidità gastrica o ai bambini.

Da: http://www.cibo360.it/alimentazione/cibi/cereali/miglio.htm
http://www.aamterranuova.it/article3668.htm
http://www.giallozafferano.it/ingredienti/Peperoni
http:// www.benessereblog.it/.../proprieta-salutari-dei-peperoni
http://it.geniuscook.com/peperone-dolce-e-aterosclerosi/

martedì 7 dicembre 2010

RUOLO DELL’ALIMENTAZIONE NEL SISTEMA IMMUNITARIO

Foto di Alessandra Cenci- gheriglio di noce
Fin dall’antichità era nota l’esistenza di una correlazione tra qualità del cibo e salute. Il famoso medico Ippocrate di Coo scriveva nel IV secolo a.C. “Fa’ che il cibo sia la tua medicina”, e nella millenaria scienza ayurvedica il cibo rappresentava “l’assoluto”, eppure ancora oggi nei corsi di medicina non è prevista la scienza dell’alimentazione tra gli esami obbligatori. Ci è stato insegnato che il nostro destino è connesso al corredo cromosomico (DNA) che abbiamo ereditato dai nostri antenati, per cui se in una famiglia vi sono stati dei malati di cancro, il nostro destino sarà inevitabilmente segnato. Fortunatamente il progetto genoma (HPG) ha cominciato a scalfire queste vecchie credenze della scienza tradizionale, anche se ironicamente era stato avviato per dimostrare l’opposto. Negli anni 50 alcuni ricercatori americani fecero delle ricerche sulla dieta mediterranea per capire il motivo per cui le popolazioni mediterranee soffrivano di meno rispetto agli americani di disturbi circolatori, infarti e tumori. Dallo studio emerse che nella dieta mediterranea erano presenti molta frutta e verdura e legumi, che hanno un forte ruolo antiossidante, per cui nonostante anche i mediterranei facessero un ampio consumo di grassi, si riducevano notevolmente i rischi di tali malattie. Ho avuto la fortuna di partecipare ad un convegno, dove ho sentito parlare la Dott.ssa Anna Villarini, biologa e specialista in scienza dell’Alimentazione, che lavora come ricercatrice presso il Dipartimento di Medicina preventiva e predittiva all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Dai suoi studi sul progetto DIANA è emerso che, riequilibrando la dieta è possibile anche modificare l’ambiente all’interno dell’organismo, riducendo il peso dei fattori che favoriscono lo sviluppo dei tumori della mammella e che ne ostacolano la guarigione. Una alimentazione basata su un ridotto consumo di zuccheri e di grassi saturi, l’utilizzo di grassi polinsaturi, oltre al consumo di cereali non raffinati, legumi e verdure sono la ricetta per modificare l’ambiente interno in modo da ostacolare lo sviluppo delle cellule tumorali. Il dott. Berrino, coordinatore del progetto DIANA sostiene che alti livelli nel sangue di insulina, ormoni sessuali e del fattore di crescita IGF-I (insulin-like growth factor) sono associati a maggiori probabilità di sviluppare un cancro mammario. Il dott. Bottaccioli nel suo libro “Psiconeuroendocrinoimmunologia” scrive che l’informazione contenuta nel DNA può modificarsi a seconda dei segnali che giungono al nucleo della cellula anche da parte di alcuni nutrienti. Studi recenti hanno dimostrato che nonostante le cellule immunitarie abbiano bisogno di glucosio a causa della loro continua attività per il mantenimento dell’omeostasi dell’organismo, un eccesso di glucosio causa un’infiammazione attraverso meccanismi di attivazione indiretta di geni che producono citochine infiammatorie. La stessa cosa vale per un eccesso di proteine. Tra gli aminoacidi che sono i mattoni con i quali sono costituite le proteine, due sono particolarmente studiati l’arginina e la glutammina in quanto essenziali per l’attività delle cellule del sistema immunitario, linfociti e macrofagi. Di grande importanza per modulare il sistema immunitario sono anche i grassi. Tutti i grassi hanno un ruolo strutturale nella membrana cellulare, ma i polinsaturi hanno un’azione immunomodulante sul sistema immunitario. Infatti a seconda del tipo di grassi presenti nella dieta e di conseguenza tra quelli che compongono le membrane cellulari, le cellule saranno in grado di formare alcuni mediatori, che sono sostanze che mettono in comunicazione le cellule tra loro. Tra queste ci sono le prostaglandine. Se la membrana cellulare è composta in prevalenza da omega 6, verranno formate prevalentemente prostaglandine infiammatorie (della serie 2), mentre se la membrana è formata in buona parte da omega 3, si produrranno prostaglandine antinfiammatorie (della serie 3). Gli omega 6 sono tipici delle carni rosse, bianche, formaggi, uova mentre gli omega 3 si trovano negli oli vegetali spremuti a freddo, nel pesce e nei semi oleosi (noci, semi di girasole, semi di zucca, semi di sesamo, semi di lino) nei vegetali a foglia verde, nei legumi. Gli omega 3 aumentano l’espressione di enzimi coinvolti nella rimozione dei grassi da deposito, in modo che le cellule immunitarie abbiano più energia. Nell’ultimo secolo con l’utilizzo delle alte temperature per la produzione degli oli ed il maggiore consumo di carni si è avuto un brusco cambiamento del rapporto omega 3 su omega 6 passando dal tradizionale 1:2 fino a 1:20. Questo squilibrio ha portato un aumento delle malattie croniche e degenerative e delle malattie allergiche. Attenzione alle margarine che sono grassi vegetali modificati industrialmente, molto meglio poco burro, o quando trovate scritto nelle etichette “grassi vegetali e animali”, vuol dire che si tratta di grassi di scarto. Infine un altro fattore che aggrava lo squilibrio del sistema immunitario è rappresentato dalle carenze di tutte le vitamine, in particolare la C ed oligoelementi derivati dal consumo di frutta e verdura coltivati con concimi chimici e trattate con pesticidi. La bella notizia però che a parità di corredo cromosomico il funzionamento del sistema immunitario dipende da “quello che mangio”, quindi possiamo scegliere la salute per noi e per i nostri figli.


Da: http://www.riflessioni.it/salute_alimentazione_naturale/nutrigenomica.htm
F. Bottaccioli e Anna Carosella “Immunità cibo e cervello”- Ed. Tecniche nuove
M. Trevisan “Liberi da allergie ed intolleranze” Ed. Terra Nuova
A.Villarini con G. Allegro: “Prevenire i tumori mangiando con gusto” Ed. Sperling & Kupfer

domenica 28 novembre 2010

ORECCHIETTE AI PORRI E BIETA

Foto e ricetta di Alessandra Cenci

Ingredienti per due persone: 200 grammi orecchiette, 400 grammi bieta, 1 porro intero, uno spicchio d’aglio, olio d’oliva extravergine, salvia, prezzemolo, peperoncino, paprika dolce, un pizzico di sale marino integrale
Tagliare finemente i porri insieme alla parte verde e tenerli a bagno un’ora in modo da far depositare i residui eventuali di terriccio. Soffriggere delicatamente uno spicchio d’aglio tritato con prezzemolo e salvia e peperoncino, aggiungere i porri scolati e farli cuocere per pochi minuti a fuoco più vivo e poi aggiungere due dita d’acqua per non farli bruciare. A parte lessare le orecchiette. Dopo una decina di minuti aggiungere ai porri, le foglie di bieta lavate e tagliate a pezzetti e aggiungere due dita d’acqua per non farle bruciare. Dopo una ventina di minuti le verdure saranno pronte. A quel punto una volta scolata la pasta ripassarla nel kwok per cinque minuti con le verdure. A cottura ultimata aggiungere la paprika dolce in polvere.
Proprietà dei porri (Allium Ampeloplasum Hocmese)
I porri appartengono alla famiglia delle Liliacee come l’aglio e la cipolla. Anche se l’orine è incerta, in quanto non è mai stato identificato il suo ceppo selvatico, il porro potrebbe provenire dall’ area celtica secondo alcuni, o secondo altri dal medio Oriente. Erano coltivati fin dall’antichità già dagli antichi egizi e poi dai romani sia per uso alimentare che come erbe medicinali. Le loro proprietà diuretiche e galattogene (stimolazione del latte nelle nutrici) erano note fin dai tempi di Ippocrate. I porri sono efficaci contro l’ipertensione in quanto ricchi di potassio, hanno un’azione antispastica e carminativa (impedisce l’accumulo di gas nell’intestino a causa del loro alto contenuto di zolfo) per l’apparato digerente, sono indicati nei casi di stipsi e di obesità ed abbassano il colesterolo, rafforzano il sistema immunitario ed aiutano a prevenire il cancro. I porri sono ricchi di ferro, indispensabile per la produzione dei globuli rossi; sono ricchi di magnesio, importante anche per il sistema nervoso e di silicio fondamentale per il tessuto osseo, sono quindi indicati anche nei casi di anemia ed artrite. Le foglie verdi sono ricche di vitamine A, C, e vitamine del gruppo B. Affinché abbiano tutte queste proprietà vi raccomando di prenderli da agricoltura biologica e di farli cuocere a fuoco lento con una retina spargi fiamma non oltre i 20-30 minuti e con pochissima acqua.
Proprietà della bieta (Beta vulgaris)
Il suo nome deriva dal celtico e vuol dire rosso. Appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee come gli spinaci. La bieta è ricca di fibre e di sali minerali, contiene magnesio, ferro e potassio, e calcio, ma contiene un'elevata quantità di acido ossalico (elemento simile al calcio) che interferisce nell’assorbimento del calcio, e una discreta quantità di sodio; per questo motivo è sconsigliato il consumo a chi ha problemi di calcoli renali, biliari o soffre di ipertensione. Le foglie sono ricche di vitamina A e C. Grazie al suo contenuto di fibre ha proprietà lassative ed è diuretica. E’ antianemica ed è adatta nelle diete in quanto ha un basso tenore di calorie.
Da: http://www.taccuinistorici.it/ita/news/antica/daromi---orto---frutti/PORRI-cibo-e-farmaco.html
http://digilander.libero.it/albericofrutta/porro/
http://www.alice.tv/articolo/la-bieta
http://www.lospicchiodaglio.it/index.php?sez=materie&azione=scheda&elemento=32
http://www.biopedia.it/blog/alimentazione/proprieta-nutritive-della-bietola_480/

sabato 20 novembre 2010

RISCHI DEL SALE RAFFINATO E BENEFICI DEL SALE MARINO INTEGRALE E DI ALTRE ALTERNATIVE AL SALE RAFFINATO

Foto di Alessandra Cenci – Mar Morto (Israele)

La vita nasce dalle profondità saline degli oceani, batteri ed alghe azzurre sono stati i primi esseri viventi. L’ importanza del sale nell’alimentazione era ben nota, in quanto spesso gli antichi greci e romani lo utilizzavano come moneta di scambio, da cui l’origine della parola salario. Il sale è importante per la trasmissione degli impulsi nervosi, per il bilancio idrico salino del sangue e di tutti i liquidi corporei; eppure oggi sono tristemente noti molti problemi legati ad un eccessivo utilizzo di sale come l’ipertensione, ritenzione idrica, edemi, fino ad alcune forme di tumore allo stomaco. Purtroppo la gran parte del sale che si trova oggi in commercio non è più quello ottenuto dalla semplice evaporazione dell’acqua di mare, ma è composto per l’98% da cloruro di sodio, inoltre è stato sottoposto ad un processo industriale di raffinazione privandolo degli altri oligoelementi essenziali considerati a torto impurità e sbiancato artificialmente. Il sale marino integrale, ossia quello ottenuto per semplice evaporazione dall’acqua di mare, contiene una concentrazione ridotta di Sodio, ed una maggiore concentrazione di Potassio e Magnesio, Calcio, Iodio e Fluoro, ma anche tracce di ferro, zinco, rame ed altri. La composizione dell’acqua di mare e quindi del suo sale è molto complessa e varia a seconda delle aree geografiche, della geologia del suolo, dalle caratteristiche delle specie animali e vegetali appartenenti a quel dato ecosistema e via via. Eppure una ricerca di Geleijme J. su British Journal 1994  ha dimostrato che negli ipertesi l’utilizzo del sale marino integrale ha ridotto la pressione arteriosa grazie all’effetto benefico del potassio e del magnesio e del calcio. La pressione arteriosa è infatti regolata dall’equilibrio del calcio, del magnesio e del potassio in relazione al sodio. E’ stata anche trovata una correlazione tra carenza di magnesio e rischio di infarto. Ovviamente anche questo sale va utilizzato con molta moderazione, e bisognerebbe limitare il consumo di alimenti in commercio con sale aggiunto. Un altro problema della raffinazione riguarda lo Iodio. Poiché come scrivevo sopra, poiché con la raffinazione vengono persi la gran parte degli altri oligoelementi, si è pensato di arricchire il sale raffinato con lo Iodio. Il sale iodato è un integratore chimico non è naturale. I Dott. Noel R. Rose e L. Rasooly, immunologi della Johns Hopkins University (USA) hanno dimostrato che “mentre una minima quantità di iodio, quale quella presente nell’acqua di mare, è necessaria per il buon funzionamento della tiroide, un eccesso di Iodio può portare ad una tiroidite autoimmune in soggetti che hanno un patrimonio genetico suscettibile. Del resto come scrive il Dott. Bottaccioli nel suo libro “Immunità salute e cervello” era noto già da tempo che in persone con disturbi di aritmia, trattate con amioradone, un farmaco anti aritmico che contiene Iodio, si verificava una più elevata presenza di autoanticorpi contro la tireoglobulina, la sostanza da cui la tiroide sintetizza i propri ormoni. Infine alcuni studi sperimentali hanno inoltre evidenziato come il fluoro contenuto naturalmente nel sale marino integrale sia in grado di prevenire la formazione della carie dentaria, e proprio grazie alla presenza del cloruro di sodio e all’importante equilibrio con gli altri oligoelementi il suo processo di assorbimento risulta molto maggiore (Rao, R. Jagadiswara Am. J. Clin.Nutr 1971, Hadjimarkos Nature 1962). Al pari dello zucchero raffinato anche il sale raffinato se consumato in grandi quantità può dare assuefazione. E’ importante quindi, ridurre con consapevolezza la quantità. Ciò non significa che non possiate trovare altre alternative. Oltre ad un limitato consumo di sale marino integrale, un’ altra alternativa è rappresentata dall’uso del gomasio. Il gomasio è ottenuto con semi di sesamo tostato, con aggiunta minima di sale marino integrale, a volte lo si trova anche arricchito di alghe. E’ ottimo per condire insalate ed insaporire zuppe e stufati, ricco naturalmente di calcio, ferro, vitamina A e B, aiuta la digestione e rafforza l’organismo a prevenire le malattie. Lo trovate principalmente nei negozi biologici. Per concludere sui benefici del sale marino ed in particolare quelli del Mar Morto, un bagno in acqua calda di una ventina di minuti con almeno mezzo chilo di sale aiuta a depurare la vostra pelle e la vostra “mente” dalle tossine accumulate e vi ridà lucentezza e riposo.

Da: http://www.sale-salute-benessere.it/it/articolo_1_1_68_sale/il-sale-integrale.html
Francesco Bottaccioli e Anna Carosella “Immunità, cibo e cervello” – Ed. Tecniche Nuove
http://freenfo.blogspot.com/2007/11/sale-marino-integrale.html

sabato 13 novembre 2010

MALTAGLIATI DI FARRO ALLA CREMA DI FUNGHI PORCINI CON NOCI E CASTAGNE

Ricetta e foto di Alessandra Cenci

Ingredienti per due persone:
uno o due spicchi d’aglio, olio, peperoncino, 4 etti di funghi porcini freschi, 6 castagne a testa, 3 noci a testa, prezzemolo, panna di soia, maltagliati di farro (consigliati 70-80 grammi a persona) essendo questo piatto particolarmente ricco.

Incidere le castagne con un taglio trasversale nel pericarpo o buccia in modo da aprirle, tagliarle in due o tre pezzi l’una, anche per assicurarvi che non vi siano all’interno muffa o larve. Farle bollire in poca acqua un quarto d’ora per ammorbidirle, dopo che si saranno ammorbidite si libereranno più facilmente del sottile strato di pellicola che le avvolge. Lavare i funghi porcini, eliminare l’ultima parte del gambo, tagliarli a strisce longitudinalmente e cuocerli a parte, mettendoli in una casseruola o in un kwok dove avete fatto soffriggere delicatamente l’aglio con olio e peperoncino tritato. Se i funghi sono freschi cominceranno a perdere acqua. Nel frattempo aprire le noci, e sminuzzare i gherigli riducendoli poi in polvere fine con un pestello. Quando l’acqua sarà evaporata dal kwok, aggiungere le noci polverizzate e le castagne che avrete battuto con il pestello che saranno diventate farinose, a questo punto dopo aver fatto amalgamare insieme funghi, noci e castagne con l’aggiunta di pochissima acqua per non farle bruciare per circa cinque minuti, potrete aggiungere la panna di soia. Chi preferisce può utilizzare anche la panna normale, ma la panna di soia è in genere più leggera e più digeribile e non contiene grassi saturi e colesterolo ed adatta a chi è intollerante al lattosio. Dopo pochi minuti il sugo è pronto e lo potete spegnere. A parte cocete i maltagliati al farro; li potete trovare in tutti i negozi biologici. Quando mancheranno due minuti alla fine della loro cottura scolateli e ripassateli nella casseruola per due minuti con il sugo che avete preparato e portateli in tavola.
Proprietà della castagna europea (Castanea sativa)
La castagna è sicuramente un frutto genuino perché la coltivazione del castagno non richiede l’utilizzo di pesticidi. Anche se la pianta sembra originaria del Mar Nero o del Caucaso, probabilmente importata dai greci e dai romani si è ben adattata ai nostri climi. Il frutto è ricchissimo di zuccheri, soprattutto saccarosio che è presente in maggiori quantità rispetto al frumento, noci e patate, seguono poi gli altri zuccheri fruttosio e maltosio. Le castagne contengono anche proteine di buona qualità, dalla presenza delle vitamine C, B1, B2, PP e da pochi grassi.Essendo troppo ricche di zuccheri, ed in generale ipercaloriche, le castagne sono sconsigliate a chi soffre di diabete, mentre sono un ottimo nutrimento per gli sportivi; sono consigliate nei casi di astenia, per chi è soggetto a stress, ed inoltre sono un valido alimento alternativo sia per i bambini, che per gli adulti che sono intolleranti al lattosio. Sono ricche di fibre per cui stimolano la peristalsi, e la crescita dei batteri probiotici dell’intestino per cui aiutano a previenire le infiammazioni dell’intestino e sono ottime per la riduzione della colesteroloemia.
Proprietà delle noci (Juglans Regia)
Sono ricche di acidi grassi polinsaturi che aiutano a ridurre il colesterolo, inoltre sono ricche di acido folico, niacina, vitamina E, vitamina B6 oltre a vari oligoelementi come magnesio, rame, zinco, selenio, fosforo e potassio. Sono ricche di proteine e fibre alimentari. Infine contengono melatonina, un potente antiossidante a cui sono attribuite proprietà benefiche per la salute celebrale.
Proprietà dei funghi porcini (Boletus edulis)
Il loro habitat è composto soprattutto da alberi di conifere e latifoglie. Gli antichi cinesi ed i giapponesi li utilizzavano come farmaci per aumentare le difese dell’organismo. Sono ricchi di potassio, amminoacidi essenziali e vitamina B. Hanno un a basso contenuto di calorie e grassi, infatti alcuni li utilizzano nelle diete.

Da:http://www.fontanarossa.net/castagne/24-castagne.html
http://benessere.atuttonet.it/consigli/castagne-calorie-e-proprieta.php#ixzz157415EpH
http://www.madiventura.it/pages/frutta_secca/benefici/benefici_salute.htm
http://www.tipicimediterranei.it/funghi/funghi-porcini.html
http://www.cosar.info/cibo/.../Quali-sono-i-funghi-porcini.html

domenica 7 novembre 2010

I RISCHI DEGLI ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI (OGM)

Foto di Lampone (Rubus idaeus) transgenico- Foto di Alessandra Cenci
Per organismi geneticamente modificati (OGM) si intendono quei microrganismi che sono stati manipolati geneticamente tramite l’introduzione di un gene esogeno, ossia di un gene derivante da un’altra specie. Il gene è quella porzione del DNA che codifica per una proteina. Sono stati così manipolati in particolare piante e batteri con geni derivate da specie completamente differenti, abbattendo importanti barriere di specie, che sono il risultato di millenni di evoluzione. Per fare solo alcuni esempi si sono create fragole transgeniche con il gene di una proteina anticongelante di alcuni pesci dell’antartide per renderle più resistenti al freddo, il mais transgenico (Mais Bt) contenente la protossina insetticida del batterio Bacillus thuringiensis, per renderlo resistente agli insetti dannosi, e la patata transgenica con il gene del bucaneve responsabile della sintesi di una lectina, cioè una particolare proteina in grado di legarsi a molecole di zuccheri, per rendere le piante resistenti all’attacco di possibili patogeni. La lista di questi esempi è molto lunga… Purtroppo non solo nessun OGM ha dato gli esiti sperati, ma ha creato dei problemi completamente inattesi. Il motivo è che il DNA esogeno si inserisce a caso nel genoma dell’ospite creando una serie di problemi inimmaginabili. Il primo a lanciare l’allarme è stato un matematico Jean-Claude Perez, che ha scoperto che l’archittettura dei geni all’interno di una cellula non è casuale, ma segue un ordine matematico secondo la serie di Fibonacci. L’ordine di Fibonacci (1 1 2 3 5 8 13 21 34…) mostra che il rapporto tra numeri interi, partendo da 1 e 1, è tale che ogni nuovo numero è la somma dei due precedenti. Un caso gravissimo è stato quello della patata transgenica divenuta “incomprensibilmente” tossica; infatti, come dimostrò il ricercatore A. Pusztai nella prestigiosa rivista “The Lancet”, i topi che mangiavano le patate transgeniche morivano rispetto ai topi controllo che si alimentavano di patate non manipolate geneticamente. Una delle interpretazioni è che la patata (Solanum tuberosum) appartente alla famiglia della solanacee, come il pomodoro e la melanzana, è una pianta velenosa con l’eccezione del tubero per la patata, e del frutto per il pomodoro e la melanzana dove la solanina non è espressa; ma una volta manipolata geneticamente anche l’espressione dei geni della solanina è stata modificata dando luogo a risultati inattesi. Allo stesso modo le fragole transgeniche hanno prodotto il glicole etilenico, l'antigelo per i radiatori, e sono diventate tossiche, mentre le piante di mais Bt in poco tempo hanno contribuito a selezionare insetti nocivi resistenti alla tossina Bt. Il motivo è che non esiste una protossina che risulti efficace contro una vasta gamma di insetti, quindi il risultato è stato un’amplificazione del problema di partenza. Inoltre per incrementare l’espressione del gene “esogeno”negli OGM, questo viene costruito in laboratorio sotto controllo di un promotore forte (Il promotore è quella parte del DNA che avvia alla trascrizione dei geni strutturali) che è quello del virus del mosaico del cavolfiore (CaMV), che può a sua volta attivare geni che in quella cellula dovrebbero essere silenti con il rischio di mutagenesi, cancerogenesi, attivazione di virus inattivi e ricombinazione di nuovi virus come emerge dagli studi di Mae Wan Ho e colleghi, pubblicati su Microbial Ecology in Health and Disease (n. 10/1998), e su Nature e Nature Biotechnology . I cibi derivati da OGM, possono nascondere anche altri rischi per l'uomo, come l’insorgere di nuove allergie, (come è accaduto nel caso della soia, nella quale è stato inserito un gene proveniente dalla noce del Brasile, o, più recentemente, con il mais StarLink, destinato all'alimentazione animale ed entrato, negli USA, anche in prodotti consumati dall'uomo) o intossicazioni, che magari non vediamo immediatamente, ma che possono produrre effetti a distanza di tempo, indebolendo il sistema immunitario e sregolando il sistema endocrino. Infine un altro rischio, è che poiché per identificare i geni esogeni negli OGM si inserisce come marcatore un fattore di resistenza agli antibiotici; questo marcatore, una volta arrivato nell'apparato digerente attraverso un alimento che lo contiene, potrebbe trasferire tale resistenza ai batteri probiotici che normalmente convivono con l'uomo e questi a loro volta potrebbero trasferire questa resistenza a batteri patogeni; a quel punto quel fattore di resistenza renderebbe nullo l'utilizzo dell'antibiotico specifico. Con questo articolo non intendo demonizzare le biotecnologie in generale, io stessa, sono biologa molecolare specializzata in biotecnologie e lavoro da tanti anni nel campo della ricerca scientifica. Tra gli usi positivi delle moderne biotecnologie vi è ad esempio la produzione di insulina a larga scala che una volta purificata può essere impiegata nella cura dei diabetici, e tutta la ricerca in generale. L’importante è renderci conto che come tutti gli esseri viventi siamo sistemi altamente complessi, ed è auspicabile che il benessere dell’uomo e dell’ambiente siano sempre l’obbiettivo primario.


Per approfondire vi consiglio:
Da: Il bivio genetico Salute e biotecnologia tra ricerca e mercato di Gianni Tamino
prefazione: Ernesto Landi http://www.edizioniambiente.it/eda/catalogo/risorse/4/
Gianni Tamino e Fabrizia Pratesi “Ladri di geni”. www.editoririuniti.it
Jeremy Rifkin “Il secolo Biotech” Il commercio genetico e l'inizio di una nuova era. Baldini&Castaldi.

venerdì 29 ottobre 2010

GNOCCHI ALLA ZUCCA E GAMBERI Ricetta per Halloween

Ricetta e foto di Alessandra Cenci
Ingredienti per 2 persone:
500 grammi di gnocchi, 600 grammi di zucca, 6 gamberoni, 1 spicchio d’aglio, olio extra vergine di oliva, prezzemolo secco, peperoncino, ribes rosso, mandorle, paprika dolce, zafferano, sale

Mettere uno spicchio d’aglio a soffriggere delicatamente con un po’ di olio extra vergine d’oliva in un kwok, con prezzemolo secco, e peperoncino. Aggiungere poco dopo la zucca sbucciata e tagliata a cubetti sottili, e durante gli ultimi cinque minuti di cottura aggiungere i gamberoni freschi che sono stati lavati si sono tolte le antenne e farli cuocere a fuoco lento con il coperchio. Aggiungere a questo punto i singoli fruttini di ribes fresco rosso, con poche mandorle tritate. Controllarli nella cottura e girarli di tanto in tanto. A cottura quasi ultimata aggiungere un velo di paprika in polvere. A parte cuocere gli gnocchi. Quando gli gnocchi sono venuti a galla, scolarli e unirli insieme nel kwok per gli ultimi cinque minuti. A questo punto si può aggiungere lo zafferano che è termolabile. Sia che lo zafferano sia in polvere o che siano gli stimmi, conviene con due dita di acqua tiepida a parte farlo sciogliere in una pentolina e versarlo sugli gnocchi che si coloreranno di un bel giallo acceso. Se l’aggiunta di ribes può fare storcere il naso a qualcuno, consiglio comunque di provare, perché il sapore un pochino amarognolo del ribes contrasta bene con il dolce della zucca. Provare per credere. Servire a tavola. Buona cena di Halloween!

Proprietà della zucca gialla (Cucurbita maxima )
Le proprietà della zucca sono state già descritte da me nel post sul grano saraceno alla zucca e radicchio di questo mese.
Proprietà del gambero rosso (Aristeus antennatus  e Aristeomorpha foliacea)
Con il nome di gambero rosso vengono di solito identificate due specie, Aristeus antennatus, detto anche gambero imperiale, ed Aristeomorpha foliacea. Le due specie sono molto simili, per forma colore ed abitudini di vita. Tutti crostacei, tra i quali i gamberi presentano un buon contenuto di zinco, magnesio, iodio e ferro.Lo zinco è importante per il buon funzionamento del sistema immunitario, il magnesio interviene come cofattore in molte reazioni enzimatiche del nostro organismo, lo iodio è importante per il buon funzionamento della tiroide, ed il ferro è indispensabile per formare l’emoglobina matura, e in molte reazioni enzimatiche. Anche se i gamberi hanno un buon contenuto di colesterolo, che è pur sempre importante per la costituzione delle membrane cellulari e come precursore di ormoni steroidi, sono molto ricchi di acidi grassi omega 3. Sono poi molto ricchi di proteine e di vitamine A, B6 e B12, ed hanno anche un ottimo rapporto tra sodio e potassio, quindi contrastano la ritenzione idrica. C’è chi li usa per dimagrire come nell’ottima ricetta scritta nel blog gold.libero.it.
Da: http://www.mareinitaly.it/conosciamo_v.php?id=36
http://www.pescherialaperla.eu/_proprieta_nutrizionali_dei_prodotti_del_mare.html
http://gold.libero.it/dietaefitness/9096918.htm

lunedì 25 ottobre 2010

PENSIERI NATURALMENTE SANI

http://www.eft-italia.it/; http://www.roymartina.com/
Foto di Alessandra Cenci - Tramonto infuocato
Essere naturalmente sani non vuol dire solo alimentarsi in modo sano, svolgere attività fisica almeno tre volte a settimana, essere in armonia con la natura, avere dei solidi legami affettivi, ma vuol dire anche nutrirsi di pensieri costruttivi, pieni di amore ed empatia verso se stessi e ciò che ci circonda. Recenti ricerche sulle persone longeve, che arrivavano in tarda età in buona salute, condotte da medici illustri, hanno dimostrato che non era solo il tipo di alimentazione, né l’astenersi dagli alcolici, che li aveva condotti a quello stato, quanto un’attitudine a sviluppare un approccio positivo verso la vita. Per approccio positivo verso la vita, intendo la capacità di lasciare andare traumi, pensieri negativi e mantenere un atteggiamento rilassato verso le sfide della vita, vedendone anche il lato umoristico, come direbbe Osho “ridere la vita”. Quando noi ci lasciamo andare alle sfide della vita è il momento nel quale sperimentiamo maggiormente quello che siamo veramente e spesso ci si accorge di avere una forza e un’energia completamente inaspettata. Queste sono le esperienze di persone realmente guarite da gravi malattie o persone che hanno avuto un grave incidente che sono andate in coma e sono riuscite dal coma e guarite. Un esempio di questi casi è il medico di fama internazionale Roy Martina, che dopo essere guarito da un traumatico incidente, che aveva per sempre “apparentemente” segnato il suo sogno di diventare un chirurgo, lo ha portato invece a specializzarsi dopo la laurea in medicina tradizionale, in medicine alternative che lo hanno condotto a diventare medico e coaching di successo mondiale. E’ l’inventore delle tecniche di Equilibrio Emozionale o di NEI (integrazione neuro emozionale) e di Omega Healing, oltre ad avere scritto libri di successo. L’idea principale dei suoi metodi rivoluzionari è che troppo spesso a livello inconscio gli individui si possano autosabotare con comportamenti sbagliati o convinzioni limitanti che favoriscono l’insorgere della malattia e del deperimento psico-fisico. In tutte le medicine orientali, non esiste un passaggio brusco dalla salute alla malattia, ma un continuum. Per gli orientali infatti, la salute non implica assenza di malattia, tanto è vero che una persona inizia a “morire” quando lentamente comincia a spegnersi nel suo campo energetico. Le moderne scoperte della fisica quantistica sono completamente in linea con le antiche teorie taoiste, e della medicina ayurvedica. Siamo atomi e molecole che vibrano ad una certa frequenza e con apparecchi sofisticati che misurano i cambiamenti elettromagnetici delle cellule ad esempio tramite la risonanza magnetica nucleare si riconoscono cellule tumorali da cellule sane. Da tempo era noto che persone serene vivono più a lungo, ma dalla scoperta della Dott.ssa Candace Pert si sono gettate le basi biochimiche dell’esistenza di una nuova branca la psico-neuro-endocrino immunologia. Grazie alle sue ricerche , la fisiologa e biofisica Dott.ssa Pert scoprì che non solo nel cervello, ma perfino nelle cellule T della difesa immunitaria, erano presenti i recettori per le beta-endorfine, i nostri oppiacei endogeni, o molecole del “benessere”. Come scrive il Dott. Deepak Chopra nel suo libro “La mia via al benessere” : “spesso ci ammaliamo a causa della convinzione che questa sia la realtà della vita…la chiave della realtà del nostro universo risiede nel fatto che inconsciamente siamo noi a sceglierlo…”. La bella notizia che l’intelligenza emotiva, ossia l’empatia per sé stessi e per gli altri si può apprendere e perfezionare… rimuovendo alla radice molti mali. Leggendo i libri dello psicologo Dott. Daniel Goleman autore tra l’altro di “Intelligenza Emotiva” si scopre come questi obiettivi siano alla portata di chiunque. La foto, che ho messo in questo articolo, le nuvole infuocate dal sole al tramonto, vorrebbe rappresentare che come le nuvole ora ci sono domani no, perché vengono portate via dal vento, così anche i pensieri negativi, gli atteggiamenti mentali sbagliati possono essere spazzati via dal vento della consapevolezza interiore. Come dice il Dalai Lama “La felicità si può ottenere addestrando la mente… adottando una certa disciplina interiore possiamo mutare il nostro atteggiamento, la nostra intera visione del mondo e il nostro approccio alla vita!”.
Da:Roy Martina “La formula per la vita” Ed. Sperling & Kupfer
Roy Martina “ Equilibrio emozionale” ed. Tecniche nuove
Candace Pert “Molecole di emozioni” Ed. Corbaccio
Deepak Chopra “La mia via al benessere” Ed. Sperling
Daniel Goleman “Intelligenza emotiva”Ed. Rizzoli
Dalai Lama con Howard C. Cutler “L’arte della felicità” Ed. Oscar Mondadori

domenica 17 ottobre 2010

GRANO SARACENO ALLA ZUCCA E RADICCHIO TREVIGIANO

Ricetta e Foto di Alessandra Cenci


Ingredienti per 2 persone:
100 grammi di grano saraceno, 600 grammi di zucca, 200 grammi di radicchio, 1 porro o al suo posto una cipolla scalogno, olio extra vergine di oliva, prezzemolo secco, peperoncino, paprika dolce, sale

Niente paura, perché nonostante il nome, il grano saraceno non è una cereale, ma una polygonacea, ed è completamente privo di glutine, per cui è adatto alla alimentazione dei celiaci. Per essere utilizzati nell’alimentazione umana i chicchi devono essere decorticati.
Il grano saraceno non ha bisogno di ammollo preventivo, ma necessita comunque di un lavaggio e poi si può direttamente mettere a cuocere in una terrina di terracotta con il doppio dell’acqua in volume per circa una ventina di minuti. Nel frattempo, occorre tagliare a pezzettini il porro, solo la parte bianca in basso senza la radice o la cipolla e metterlo a soffriggere delicatamente a parte con un po’ di olio extra vergine d’oliva in un kwok, con prezzemolo secco, e peperoncino. Aggiungere poco dopo la zucca sbucciata e tagliata a cubetti e se possibile resa quasi una polpa con il frullatore, e dieci minuti dopo aggiungere il radicchio lavato e sminuzzato e farli cuocere a fuoco lento con il coperchio. Controllarli nella cottura e girarli di tanto in tanto. A cottura quasi ultimata aggiungere un velo di paprika in polvere. Terminare la cottura dei vegetali e del grano saraceno unendoli insieme nel kwok per gli ultimi cinque minuti. Servire a tavola.

Proprietà del grano saraceno (Fagopyrum esculentum)
Come accennato sopra il grano saraceno non è un cereale ma una polygonacea, per cui è privo di glutine e adatto ai celiaci ed agli intolleranti al glutine. La pianta è originaria dell’Asia ed è stata introdotta in Europa dai turchi nel medioevo. Il grano saraceno, anche dopo la macinazione, conserva un amido particolare a più lenta digestione, motivo per il quale è indicato anche nella dieta dei diabetici. E’ ricco di minerali, soprattutto ferro e magnesio e vitamine del gruppo B e vitamina E. E’ molto ricco di proteine e contiene una buona quantità di aminoacidi essenziali come la lisina, assente nei cereali, ed il triptofano. Il valore nutritivo delle sue proteine è paragonabile a quello della carne e della soia. La sua farina contiene la rutina che protegge i vasi sanguigni. Ha anche una azione antiemorragica. E’ utile nell’accrescimento, nelle astenie e durante l’allattamento.
Proprietà della zucca gialla (Cucurbita maxima )
La zucca gialla è particolarmente ricca di caroteni e vitamina A, vitamine del gruppo B e vitamina C e di minerali come fosforo, potassio e magnesio, calcio e fibre. L’elevata presenza dei carotenoidi la rendono un alimento efficace nella prevenzione delle patologie tumorali. Contiene una bassa percentuale di lipidi. E’ adatta per i diabetici e nelle diete dimagranti. Ha proprietà diuretiche, lassative e calmanti. I suoi semi hanno proprietà vermifughe e depurano i reni.

Proprietà del radicchio trevigiano (Cychorium Intybus)
Ha un elevato potere depurativo del sangue. E’ molto ricco di sali minerali, di antocianine, di vitamine del gruppo B, A e C. Facilita la digestione, la funzione epatica e stimola la secrezione biliare. Le sue fibre gli conferiscono proprietà lassative.

Da: http://www.nuovaterrasrl.it
http://www.montagnadilombardia.com/ricette/saraceno.html
http://www.my-personaltrainer.it/tabelle-nutrizionali/ZUCCA-GIALLA.htm
http://www.alimentipedia.it/Verdura/Verdura_radicchio_tardivo.html

domenica 10 ottobre 2010

ALLERGIE E INTOLLERANZE


Foto di Alessandra Cenci
Nei libri di biologia e medicina di almeno venti anni fa, l’ allergia era considerata come un esagerazione del nostro sistema immunitario contro qualcosa che teoricamente non aveva “nulla di pericoloso”, non trattandosi di agenti infettivi, e mediato dagli anticorpi IgE, che sono gli anticorpi specifici. Eppure già nel 1991, il Dott. Kaplan aveva descritto che il fenomeno dell’allergia era molto più complesso di quello legato alla presenza delle sole IgE , in quanto segnalava già in quegli anni un aumento di fenomeni allergici nella popolazione senza che si trovasse un uguale aumento di IgE. Questo potrebbe accadere anche perché nuovi pesticidi o coloranti e conservanti addizionati nei cibi potrebbero comportarsi da nuovi allergeni. Fortunatamente le allergie vere e proprie sono più rare nella popolazione, mentre molto spesso in questi casi è coinvolta un’intolleranza alimentare. A differenza delle allergie, le intolleranze non sono IgE mediate, anche se comunque danno luogo ad una reazione infiammatoria, ma con meccanismi differenti. Mentre nel caso delle allergie i sintomi sono abbastanza definiti, in genere essi si verificano sull’apparato respiratorio e cutaneo, e raramente sull’apparato gastroenterico, invece nel caso delle intolleranze, possono essere meno chiari. Ciò avviene perché le intolleranze sono frutto di uno stimolo immunologico di entità ridotta ma ripetuto nel tempo. Nelle allergie la reazione è immediata, e i sintomi possono anche essere da banali a molto gravi fino all’anafilassi. Viceversa, i sintomi nelle intolleranze vanno da un semplice mal di testa e gonfiori intestinali fino a dissenteria, sonnolenza, affaticamento… e raramente vengono coinvolti altri organi. Le intolleranze possono essere di vario tipo.
Alcune sono congenite perché riguardano l’incapacità di metabolizzare determinate sostanze presenti nell’organismo, altre possono essere transitorie. La più comune è l’intolleranza al lattosio che è uno zucchero contenuto nel latte, perché non vengono prodotte adeguate quantità dell’enzima lattasi. Questa intolleranza è generalmente ereditaria. Un altro esempio di questo tipo di intolleranza è il favismo, che è una malattia genetica ereditaria che dipende dalla carenza di un enzima il glucosio6-fosfato deidrogenasi, normalmente presente nei globuli rossi e fondamentale per la loro sopravvivenza e può dare dei sintomi molto gravi mangiando le fave. Un caso a parte è la celiachia, che consiste in una “intolleranza permanente” al glutine, una proteina presente nella maggior parte dei cereali: grano, segale, orzo, avena, farro e kamut. La celiachia si considera “un intolleranza permanente” in quanto mangiando cereali contenente glutine si verifica una reazione autoimmune contro la gliadina che è una proteina presente nel glutine che può portare fino all’atrofia dei villi intestinali con conseguenti gravi problemi di malassorbimento. L’unica cura consiste nell’astenersi completamente da tutte le sostanze contenenti glutine. Alimenti privi di glutine tra i cereali e i “simil cereali” sono il riso integrale, le patate, la tapioca, il mais,il grano saraceno, il miglio, la quinoa, e l’amaranto. Senza arrivare alla celiachia, molte persone pur non essendo celiache o allergiche al grano a volte presentano difficoltà digestive, come gonfiori e coliche quando consumano prodotti con farina di grano. Purtroppo se da una parte il lavoro dei genetisti negli ultimi 100 anni ha permesso di sfamare un maggior numero di persone grazie alla aumentata produzione di grano, aumentando anche la grandezza della spiga, e la diminuizione del fusto, dall’altro nel nobile tentativo di ottenere questi risultati, non bastando gli incroci tra le varietà diverse, i semi sono stati irradiati nel nucleo allo scopo di aumentare artificiosamente le mutazioni. Oltre a ciò si sono forzate le concimazioni con i nitrati per ottenere una maggiore crescita. Sfortunatamente le mutazioni genetiche indotte e le concimazioni ricche di nitrati hanno permesso di ottenere farine esageratamente ricche di glutine. Se consideriamo il kamut (Triticum turgidum) che è un cereale molto antico, i cui semi sono stati rinvenuti nelle tombe dei faraoni, affine al nostro grano (Triticum vulgare), che non è mai stato manipolato geneticamente, esso risulta molto più digeribile per la sua ridotta quantità di glutine. Comparato al grano comune, il Kamut è più ricco in proteine (da tra il 15% ed il 40%), minerali come magnesio e zinco, Vitamina B e Vitamina E ed acidi grassi ed insaturi. Concludendo sarebbe auspicabile per tutti i consumatori di grano di variare la dieta introducendo anche altri cereali come il kamut, il farro, la varietà del grano del Senatore Cappelli, che è stata selezionata nel secolo scorso ma non è stata irradiata. Sarebbe infine consigliabile che i cereali siano ottenuti da coltivazioni biologiche, e biodinamiche, quindi prive di concimazioni azotate di sintesi e di pesticidi. Ricordate che solo noi siamo i diretti responsabili della nostra salute e di quella dei nostri figli.

IMPORTANTE

Le informazioni e le idee contenute in questo articolo costituiscono semplicemente materiale divulgativo informativo sulle scelte diagnostiche e terapeutiche disponibili, e non vogliono in alcun modo sostuirsi né alla prescrizione medica né a consultazione medica, sempre raccomandabile in caso di patologia in atto.

Da:
A.Speciani “Le allergie cause, diagnosi, terapie” Ed. Tecniche Nuove
http://www.epicentro.iss.it/problemi/intolleranze/intolleranze.asp
http://sapermangiare.mobi/17/per_saperne_di_piu/allergie_e_intolleranze_alimentari.htm
http://www.inerboristeria.com/kamut-la-storia-del-kamut.html
http://www.valorealimentare.it/20/07/2010/rubriche/alimenti-e-salute/il-grano-aumento-delle-allergie-ed-intolleranze-alimentari/

martedì 28 settembre 2010

LE COMBINAZIONI ALIMENTARI PER UNA DIGESTIONE OTTIMALE

Foto di Alessandra Cenci
A volte anche dopo un pasto ricco di alimenti genuini può capitare di sentire un senso di pesantezza dovuto a difficoltà digestive. Questo può verificarsi anche in assenza di intolleranze alimentari perché non tutti gli alimenti sono digeriti con gli stessi tempi e le stesse modalità. All’interno delle mucose della bocca, dello stomaco e dell’intestino sono presenti numerosi enzimi. Gli enzimi sono quelle proteine che agiscono da catalizzatori biologici permettendo a tutte le reazioni biochimiche di avvenire, ad esempio, durante la digestione. Gli enzimi sono molto specifici, nel senso che non solo alcuni sono presenti solo in certe cellule specializzate, ma sono specifici per certi alimenti: le amilasi ad esempio sono deputate alla digestione degli amidi, le lipasi per la digestione dei grassi e le proteasi per la digestione delle proteine. Ognuno di questi enzimi per funzionare a livello ottimale, necessita di un ambiente particolare che può essere acido o alcalino. La prima digestione avviene nella bocca dove è presente l’enzima ptialina per una prima digestione dei carboidrati, per cui bisognerebbe mangiare lentamente e masticare a lungo. Altri enzimi fondamentali per la digestione dei carboidrati si trovano nell’intestino. Sia nella bocca che nell’intestino si trova un ambiente alcalino. Nello stomaco i succhi gastrici provvederanno a creare un ambiente acido per la componente proteica dei cereali. I cibi proteici invece sono digeriti in un ambiente acido, per cui durante la masticazione, che dovrà sempre essere accurata, non vi sarà alcuna digestione, ma nello stomaco un enzima specifico il pepsinogeno trasformato nella forma attiva pepsina da parte dei succhi gastrici darà inizio alla digestione delle proteine. Da tutto ciò ne consegue che per una digestione ottimale e perfetta assimilazione del cibo, sarebbe consigliabile non abbinare tra loro cibi proteici (carne, pesce, legumi, uova e formaggi) con cibi carboidratici (cereali, farinacei, pasta, pane e patate). Al contrario la combinazione di alimenti troppo diversi oltre ad affaticare il sistema digerente darebbe luogo a diverse tossine da eliminare con uno spreco di energie. Anche i cibi proteici di diversa natura non dovrebbero essere abbinati tra loro. Le verdure sia cotte che crude possono essere associate a qualsiasi cibo. L’ideale sarebbe poter iniziare il pasto o la cena con un piatto di insalata fresca per fornire al corpo tutti gli oligoelementi e le vitamine necessarie per una digestione ottimale. La frutta non andrebbe mangiata a fine pasto perché potrebbe indurre fermentazione nell’intestino, mentre mangiata lontano dai pasti si digerisce rapidamente. I dolci sarebbe meglio mangiarli dopo un pasto di carboidrati. Alcuni abbinamenti possono essere più tollerati come farro e fagioli, riso e lenticchie, frutta acida al termine di un pasto proteico. Questa teoria del Dott. Shelton, pur conservando la sua validità è stata ultimamente anche un po’ rivista, nel senso che il succo di limone sulla carne e sul pesce favorirebbe l’assorbimento del ferro grazie alla vitamina C. Concludendo quindi queste regole sono solo indicative, il mangiare deve essere anche un piacere, un momento di condivisione con gli altri, e di serenità… come scrivevo nel post iniziale naturalmente sani… Abbiamo bisogno di nutrirci e nutrire il nostro prossimo di pensieri positivi.

Da: H.Shelton “La facile combinazione degli alimenti” Ed. Manca
G. Dalla Via “Le combinazioni alimentari” Red Ed.
http:// www.vitalfitness.it/comb-ali.html
http://www.cibo360.it/alimentazione/dietologia/diete/combinazioni_alimentari.html

venerdì 24 settembre 2010

INVOLTINI DI BRESAOLA CON CREMA DI ZUCCHINE


Ricetta e foto di Alessandra Cenci
Ingredienti e dosi per 2 persone:
3 zucchine,200 gr. di bresaola affumicata, 1 spicchio d’aglio fresco, 3 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
1 vasetto di yogurt bianco naturale cremoso, un pizzico di pepe nero, prezzemolo, succo di mezzo limone
sale marino integrale
Tagliare le zucchine a pezzettini. Lessarle facendole cuocere con due dita d’acqua, in questo modo non si perdono nell’acqua di ebollizione la gran parte delle sostanze nutritive. Quando si sono cotte frullarle insieme ad uno spicchio d’aglio crudo, o se non si dispone di un frullatore schiacciarle con la forchetta in modo da formare una crema. Aggiungere un vasetto di yogurt biancocremoso, tre cucchiai d’olio, prezzemolo secco o fresco tagliato fine, il succo di mezzo limone, una spolverata di pepe nero e tre pizzichi di sale marino integrale. Su un vassoio disporre due fette di bresaola a due a due, ricoprirle di crema di zucchine e ricoprirle con altre due fette in modo da formare un involtino. L’aglio lo consiglio crudo perché cuocendolo perde molto delle sue proprietà nutritive, ma per chi non riuscisse a digerirlo si potrebbe far soffriggere lievemente.
Proprietà della bresaola
La bresaola deriva dal manzo salato ed è un insaccato. E’ prodotta in Valtellina. E’ ricca di proteine e sali minerali quali sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo, magnesio e zinco. Contiene vitamine B1, B2, B6 e PP. La sua caratteristica è che ha un bassissimo contenuto di lipidi (circa 2,5%).
Da http://www.lospicchiodaglio.it
Proprietà dell’aglio (Allium sativum)
Già dal nome scientifico si intuisce che l’aglio è una pianta ricchissima di proprietà salutari note fin dall’antichità. E’ innanzitutto un forte antiossidante. E’ un antibiotico naturale, e antivermifugo, antitumorale. E’ un forte ipotensivo, abbassa il contenuto di colesterolo nel sangue. Ha un’azione fluidificante del sangue, per cui si sconsiglia in caso di emorragia, di ulcera gastro-duodenale e in gravidanza o in allattamento a dosi elevate.
Da http://www.mednat.org/cure_natur/aglio_cura.html
Proprietà dello yogurt
Mi raccomando che sia scritto ricco di fermenti lattici vivi, perchè in tal caso è ricco di fermenti probiotici vivi e quindi utili per la salute del nostro intestino, quando non vi è scritto nell’etichetta vuol dire che sono stati eliminati. Sarebbe preferibile se fosse prodotto con latte provenienti da allevamenti biologici.



sabato 18 settembre 2010

RISO MISTO SELVATICO ALLA BORRAGINE (borrago officinalis)

Ricetta e foto di Alessandra Cenci
Ingredienti e dosi per due persone:
foglie di borragine, 200 grammi di riso misto selvatico (negozi biologici) ,1 cipolla scalogno, peperoncino a pezzetti, olio extra vergine di oliva, prezzemolo,1 bustina di zafferano,sale marino integrale
Mettere a cuocere 200grammi di riso misto selvatico con il doppio dell’acqua in peso per circa 45 minuti. Separatamente far soffrigere lievemente 1 cipolla scalogno fatta a pezzetti in un kwok con olio extra vergine di oliva e un peperoncino tritato con foglie di prezzemolo. Subito dopo aggiungere le foglie di borragine lavate e tagliate e cuocere a fuoco lento con aggiunta di poca acqua per non farle bruciare per 20 minuti circa e spegnere. Quando il riso si è cotto aggiungerlo nel kwok e ripassarlo con le foglie di borragine. Infine aggiungere una bustina di zafferano fatta sciogliere in pochi millilitri di acqua tiepida. Ripassare per pochi minuti in quanto lo zafferano è sensibile al calore e potrebbe perdere le sue qualità. Quando tutto il riso si sarà colorato di giallo portare a tavola e servire!
Una piccola nota curiosa: anche i fiori si possono mangiare sono ottimi in insalata
Proprietà della borragine Borrago officinalis da http://www.erbe-officinali.com/borragine.html
1) Azione protettiva cutanea: l’olio di borragine rappresenta un importante integrazione per mantenere una corretto equilibrio della cute: i suoi principi attivi partecipano infatti in numerosi processi fisiologici, prevenendo l’insorgenza di diverse patologie distrofico-infiammatorie.
2) Azione antiallergica: acido linoleico e ac. gamma-linolenico competono con l’acido arachidonico nella sintesi delle prostaglandine e favoriscono la produzione delle prostaglandine Serie I (le cosiddette prostaglandine "buone"), mostrando così un effetto positivo nelle reazioni da ipersensibilizzazione a determinati fattori.
3) Azione cardiovascolare: in particolare l’ac. gamma-linolenico impedisce l’aggregazione piastrinica lasciando liberi i vasi arteriosi, migliorando la circolazione e il funzionamento cardiaco, sempre grazie all’aumentata sintesi di prostaglandine Serie I, che fra l’altro abbassano anche la pressione arteriosa e inibiscono la sintesi endogena di colesterolo

mercoledì 8 settembre 2010

COUS COUS AI QUATTRO CEREALI CON LO SGOMBRO FRESCO

Ricetta e foto di Alessandra Cenci
Ingredienti e dosi per 2 persone:
120 gr. di cous cous (50-60 grammi a persona), 2 sgombri freschi, 1 spicchio d’aglio, capperi
1 cucchiaio di pesto al basilico o in alternativa zucchine, olio extra vergine d’oliva, peperoncino
prezzemolo, pomodori pachino, sale marino integrale, mentuccia romana fresca
Il Cous cous ai 4 cereali in genere contiene i cereali più diffusi come grano, farro, orzo e kamut. Ho scelto il cous cous ai 4 cereali perchè in genere è più saporito, e ovviamente essendo un miscuglio di quattro cereali differenti ha anche migliori qualità organolettiche, ma in sua assenza anche il normale cous cous di solo grano va benissimo.Mettere a soffriggere delicatamente l’aglio in olio extra vergine d’oliva, insieme al prezzemolo secco ed al peperoncino a tagliato a pezzetti in una padella. Subito dopo aggiungere i pomodori pachino tagliati in due e le zucchine tagliate a pezzetti fini, che avranno prima cotto a parte una decina di minuti o in alternativa a fine cottura dei pomodori aggiungere un cucchiaio di pesto al basilico. Nel frattempo in una casseruola versate il cous cous. A parte far bollire un ugual quantità d’acqua (nel caso sopra, 120 ml). Versare l’acqua bollita ed aggiungere un cucchiaino di sale e aspettare qualche minuto che il cous cous assorba l’acqua. Quando i pomodori saranno quasi pronti aggiungere il cous cous direttamente nella padella ed aggiungere sopra i due pesci di sgombro fresco, che si cuoceranno quasi al “vapore” sopra il letto di cous cous, mantenendo così il più possibile conservate le sue proprietà nutrizionali. A cottura ultimata aggiungere dei rametti di mentuccia romana fresca e servite in tavola.
Proprietà dello sgombro Scomber scombrus
Lo sgombro è innanzitutto un pesce azzurro ricco di acidi grassi essenziali omega3 molto importanti anche per ridurre il tasso del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue. E’ molto ricco di vitamine: A, B1,C, D, e di sali minerali in particolare potassio e fosforo e proteine. Il consumo delle sue carni stimola anche le funzioni cerebrali, ed il sistema immunitario. Abbassa la pressione arteriosa, svolge un’azione antidolorifica in caso di artrosi ed ha anche un potente effetto anti-infiammatorio.
Da http://it.geniuscook.com/sgombro/ e da http://benessere.blog.it
Proprietà della mentuccia romana Mentha pulegium
Digestive e carminative e tonificanti.

mercoledì 21 luglio 2010

INFEZIONI DA CANDIDA E CURE NATURALI PER IL TRATTAMENTO DI MICOSI RESISTENTI

Albero del the (Melaleuca alternifolia)-Fraser Island- Australia Foto di Alessandra Cenci
L’utilizzo sempre più vasto ed incondizionato di antibiotici a largo spettro e di antinfiammatori, cortisonici ed ormoni nella popolazione ha favorito l’insorgere di infezione cronica di Candida albicans.
La Candida albicans è un fungo saprofita che vive anche nelle mucose dei soggetti sani. Quando vi è uno squilibrio della flora batterica intestinale per via di cure farmacologiche protrattesi nel tempo, o di una errata alimentazione e stress, che debilitano il sistema immunitario, la Candida può cominciare a proliferare scatenando sintomi di vario genere.
I sintomi vanno dai dolori muscolari ed articolari, alle allergie, alle infezioni intestinali, infezioni degli organi genitali, fino alla depressione. Pochi sanno che un infezione da candida protratta nel tempo da parte di un soggetto immunocompromesso può sfociare in una sindrome grave e sistemica.
Questo avviene, perché non essendo più in equilibrio la flora batterica intestinale, la candida riesce a mutare passando dallo stadio più semplice di blastospora allo stadio di ifa, con il quale riesce a radicarsi negli strati più profondi della parete intestinale alterandone la permeabilità selettiva e predisponendo l’organismo alle allergie.
Le tossine prodotte in questo stadio, raggiungono i vari distretti corporei attrverso il flusso del torrente sanguigno, instaurando pericolose infezioni. L’invasione delle tossine interferisce anche con l’assimilazione di vitamine, minerali ed aminoacidi indebolendo sempre di più l’organismo.
Una volta simili affezioni si trovavano solo in oggetti immunosoppressi, mentre attualmente queste patologie si riscontrano con sempre maggiore frequenza anche in soggetti che al meno apparentemente non presentano difetti nella risposta immunitaria. Non solo la vita stressante, l’inquinamento ambientale ed i traumi emotivi predispongono a questa situazione, ma anche l’acidificazione metabolica dovuta ad un eccesso di zuccheri raffinati nella dieta.
Oltre ad un aiuto da parte di una dieta a basso contenuto di carboidrati, carni bianche, pesce, uova, legumi, semi oleosi e verdure, e yogurt anche alcuni fitoterapici come echinacea, propoli, estratto di semi di pomplelmo, estratto di semi di neem, di lavanda e di Tea Tree oil (Melaleuca alternifolia) sono stati utilizzati con successo nella terapia delle infezioni da Candida.
In particolare, in uno studio di proliferazione cellulare condotto all’Istituto Superiore di Sanità (Roma), si è dimostrato che l’olio essenziale derivato dalle foglie di Tea Tree oil è in grado di inbire la crescita di Candida Albicans sia in un ceppo sensibile all’antifungino classico il fluconazolo sia in un ceppo resistente isolato da un paziente HIV positivo. I risultati ottenuti potranno avere un impatto importante sulla salute pubblica per l’ottimizzazione dell’impiego terapeutico di alcuni “farmaci naturali” e per diminuire gli effetti collaterali.
IMPORTANTE
Le informazioni e le idee contenute in questo articolo o in questi articoli costituiscono semplicemente materiale divulgativo informativo sulle scelte diagnostiche e terapeutiche disponibili, e non vogliono in alcun modo sostuirsi né alla prescrizione medica né a consultazione medica, sempre raccomandabile in caso di patologia in atto.
Da:
1) Marisa Colone et al. “Studio del meccanismo di azione del Tea Tree oil su ceppi di Candida SPP.” Rapporti ISTISAN 08/41
2) Francesca Mondello “In vivo activity of terpinen-4-ol, the main bioactive component of Melaleuca alternifolia Cheel (tea tree) oil against azole-susceptible and -resistant human pathogenic Candida species” BMC Infect Dis 2003; 6:158
3) Francesca Mondello “In vitro and in vivo activity of tea tree oil against azole-susceptible and -resistant human pathogenic yeast”s J Antimicrob Chemother 51:1223-9
4)A.Panfili e V. Mangani “Candida l’epidemia silenziosa” Ed. tecniche nuove
5) V. Pignatta “Guarire le infezioni da Candida” Macro Ed.

mercoledì 14 luglio 2010

QUINOA (Chenopodium quinoa) alle zucchine


Foto di quinoa per gentile concessione dal sito http://www.livinginperu.com
Ricetta di Alessandra Cenci
Ricetta adatta per i vegetariani ed i celiaci
Ingredienti e dosi per 2 persone:
120 gr di quinoa, mezza cipolla bianca,4 zucchine,
olio extra vergine d’oliva, prezzemolo, paprika dolce
Lavare bene la quinoa perché contengono all’esterno del tegumento del seme delle sostanze amare (saponine) che interferiscono anche con l’assimilazione dei nutrienti e lasciatela in ammollo per 20 minuti e risciaquatela. I chicchi produrranno una leggera schiuma che va eliminata.L’acqua dell’ammollo deve essere eliminata prima della cottura. Mettere la quinoa in una pentola di coccio con il doppio dell’acqua in peso con il coperchio chiuso, portarla a bollore e cuocerla a fuoco lento per 20 minuti, quando avrà finito di cuocere avrà assorbito tutta l’acqua. Intanto a parte lavare le zucchine e tagliarle a pezzetti. Affettare anche mezza cipolla bianca. Mettere a cuocere le zucchine in una padella o meglio in un kwok con olio extra vergine d’oliva dopo aver fatto indorare un po’ la cipolla e aggiungendo prezzemolo.
Quando la quinoa sarà cotta, unitela alle zucchine e fateli finire di cuocere insieme per qualche minuto. A cottura ultimata aggiungete sale marino, paprika dolce in polvere. Ora potete servirla in tavola.
Proprietà della quinoa (Chenopodium quinoa)
La Quinoa cresce spontanea nella Cordigliera delle Ande (Cile e Perù), sembra che fosse molto comune anche nella civiltà degli Incas. Erroneamente creduta da molti essere un cereale, la quinoa appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee quindi è più vicina filogeneticamente agli spinaci, anche se la parte che normalmente si mangia da noi è il seme, mentre nel paese d’origine si mangiano anche le foglie, come fossero spinaci. E’ completamente priva di glutine, che la rende un cibo adatto per i celiaci; è molto meno ricca in amidi rispetto ai cereali mentre è ricchissima di proteine, sali minerali come calcio e fosforo, lipidi quali acidi grassi insaturi e vitamine del gruppo B, e vitamina E. Queste componenti la fanno risultare più bilanciata, più nutriente e più digeribile dei cereali. Inoltre ha una straordinaria abbondanza di lisina, un aminoacido essenziale, che tende ad essere carente nell’alimentazione vegetariana, in quanto assente nei cereali e presente invece nelle carni. Queste qualità la rendono un piatto adatto anche ai vegetariani.
Proprietà della zucchina (Cucurbita pepo)
Le zucchine sono molto ricche di potassio, e di vitamina E, che combatte i radicali liberi, alcuni carotenoidi come luteina e zeaxantina, vitamina C ed acido folico. Poiché sia la vitamina C che l’acido folico sono sensibili al calore, per preservarli intatti bisognerebbe mangiarle crude. Le zucchine essendo ricche di fibre hanno un’azione lassativa. Per la presenza della vitamina E hanno un ruolo anti-infiammatorio, inoltre sono anche diuretiche e disintossicanti. (www.benessere.com). Le zucchine sono ricche di vitamina A che le conferisceno un ruolo anti-ossidante.

martedì 13 luglio 2010

INVOLTINI DI MELANZANE CON FILETTI DI RANA PESCATRICE


Ricetta di Alessandra Cenci
Foto di rana pescatrice per gentile concessione da Elena Li Pera e dal bellissimo sito www.fondali.it
Ingredienti e dosi per 2 persone:
2 melanzane ovali, 300 gr. di filetti di rana pescatrice, 1 spicchio d’aglio, 1 scalogno, bottarga di muggine, 4 filettini di aggiuga, olio extra vergine d’oliva
peperoncino, prezzemolo, pomodori pachino, sale marino integrale
Affettare longitudinalmente le melanzane, più sottilmente che potete. Farle soffriggere delicatamente in padella per 10’ con olio extravergine d’oliva, aglio e scalogno a pezzi, peperoncino a pezzetti, e prezzemolo secco. Aggiungere dopo qualche minuto un filo d’acqua per impedire che si brucino le melanzane e tenere il coperchio chiuso. Quando si sono dorate un pochino, spegnere il fuoco, disporle a due a due su un piatto da portata, salarle, inserire un pezzetto di filetto di rana pescatrice, spolverarci sopra un po’ di bottarga di muggine, e richiuderlo tipo sandwich con un’altra melanzana. Fissare gli involtini con degli stuzzicadenti. Nella padella aggiungere pomodori pachino a pezzetti e filettino d’acciuga a pezzi, e gli involtini tenendo il coperchio chiuso. I pomodori pachino cuocendosi libereranno un po’ d’acqua che sarà sufficiente a non far bruciare gli involtini. Aggiungere una manciatina di prezzemolo e dopo 15 minuti circa servire a tavola.
Proprietà della Rana Pescatrice (Lophius pescatorius)
La rana pescatrice o coda di rospo è una specie diffusa nel Mediterraneo, ma è anche presente nell’oceano Atlantico.“Le sue carni hanno ottime proprietà nutrizionali, in quanto sono ricche di proteine (15,4 g/100 g di parte edibile) e presentano un giusto equilibrio tra carboidrati (1 g/100 g) e grassi (0,7 g/100 g); fra i sali minerali sono presenti discrete concentrazioni di potassio (389 mg/100 g di parte edibile), fosforo (194 mg/100 g), magnesio (29 mg/100 g), calcio (19 mg/100 g), mentre fra le vitamine solo quella E è degna di nota.” (Dott. Alessandro Lucchetti , Istituto di Scienze Marine (CNR-ISMAR) – Ancona-articolo da info@pubblicitalia.com
Proprietà delle Melanzane (Solanum melongena)
Le melanzane sono ricche di oligoelementi come calcio, fosforo, potassio, oltre a vitamine A, C. A causa del suo contenuto d’acqua e di fibre stimola la diuresi e la peristalsi intestinale. Sono ricche di tannini che agiscono stimolando la bile a produrre sali biliari, e abbassano la concentrazione di colesterolo nel sangue. (Da www.benessereblog.it).

sabato 10 luglio 2010

RISCHI DELLO ZUCCHERO BIANCO (RAFFINATO)



Foto di Alessandra Cenci
La quantità dello zucchero presente oggi giorno in tutti i cibi da quelli per adulti, a quelli per i bambini è veramente preoccupante. Oltre a ciò anche un gran numero di bevande gassate, succhi di frutta sono ricchissimi di zucchero.
Si sente dire che il nostro cervello ha bisogno di zucchero, che mangiando certe merendine ci si sente subito energici.
Eppure se da una parte lo zucchero trasportato nel sangue al cervello dà un’immediato senso di euforia e di benessere, dall’altra l’eccesso di zucchero nel sangue costringe il pancreas a secernere bruscamente un picco d’insulina al quale segue un po’ di tempo dopo un senso di spossatezza, mal di testa, nervosismo causato da una brusca ipoglicemia, per cui si avverte di nuovo il bisogno di altri zuccheri mettendo in atto un meccanismo di dipendenza.
Mangiare dolci occasionalmente non crea difficoltà, solo quando il pancreas e le ghiandole surrenali si trovano sotto stress, come negli individui stressati che hanno bisogno di mangiare per compensazione, allora possono sorgere problemi diversi.
Forse pochi sanno che lo zucchero raffinato è un alimento innaturale, e non solo come tale è superfluo ma a lungo andare nuoce alla salute.
Lo zucchero bianco raffinato viene depurato con il latte di calce. Tale trattamento provoca la distruzione di alcune proteine e sali minerali e vitamine presenti nello zucchero depauperandolo di alcuni elementi nutritivi. Successivamente per eliminare le tracce di anidride solforosa, vengono effettuati trattamenti con acido solforoso per eliminare il colore scuro…segue la cottura e l’aggiunta di coloranti blu che conferiscono quel bel colore bianco candido che conosciamo. Peccato che questo prodotto ha ben poco a che fare con il prodotto di partenza!
Per poter essere assimilato lo zucchero bianco raffinato ha bisogno di sequestrare il calcio ed il cromo dal nostro organismo. Il calcio viene prelevato dalle ossa e dai denti ponendo le basi per artrosi, osteoporosi e malattie dentarie.
Una dieta eccessivamente ricca di zuccheri raffinati, oltre a porre le basi per un diabete in età avanzata, favorisce anche la crescita nell’intestino di un gran numero di funghi e batteri, in particolare la Candida Albicans e favorisce la produzione di muco sopratutto negli individui predisposti alle malattie respiratorie.
Uno studio di Sanchez nel 1973 aveva dimostrato che lo zucchero deprime il sistema immunitario, in particolar modo danneggia la capacità fagocitica di alcuni globuli bianchi specializzati ad uccidere i batteri. Il motivo è stato dimostrato in studi successivi che mostravano che lo zucchero raffinato priva il corpo di alcuni oligoelementi vitali per la funzione immunitaria tra cui lo zinco.
Il fruttosio puro, se inizialmente aveva avuto un successo perché ha un indice glicemico più basso del saccarosio (lo zucchero comune utilizzato), a lungo andare ha favorito nei consumatori un aumento dei trigliceridi nel sangue, come dimostrato da alcuni studi.
Un grande consumo di aspartame ha favorito la crescita di alcuni linfomi.
Lo zucchero migliore è quello che si trova in natura nella frutta fresca e secca. Tuttavia anche lo zucchero di canna biologico integrale può andar bene se consumato in poche quantità. Io stessa da quando ho eliminato lo zucchero bianco e l’ho sostituito con quello integrale ho smesso di avere carie dentali.
Per approfondire: www.nutriamocimeglio.blogspot.it della mia amica Dott.ssa Silvia Mirone
www.ara-macao.it newsletter dicembre 2009
Il libro Sugar Blues" di William Dufty. Macro Edizioni

venerdì 9 luglio 2010

Gnocchi di farro agli orapi (spinaci selvatici d’alta quota) (Chenopodium bonus-henricus) e zafferano (Crocus sativus linnaeus)

Ricetta e foto di Alessandra Cenci (ambiente tipico dove crescono gli orapi in Abruzzo)

Ingredienti e dosi per due persone: 250 gr di gnocchi a persona, foglie di orapi,una bustina di zafferano in polvere, aglio, olio d’oliva extravergine, peperoncino, panna di soia biologica, sale marino integrale
Vi propongo una ricetta di montagna. Per raccogliere gli orapi si può fare una bella escursione sulle montagne dell’Abruzzo e Molise evitando di raccoglierli nelle zone protette.
Lavare gli orapi e tagliarli a pezzettini. In un kwok fare lievemente soffriggere aglio, olio e peperoncino. Si aggiungono gli orapi tagliati a pezzetti e dopo pochi minuti si aggiunge poca acqua in modo che si cuociano nell’acqua a fuoco molto lento senza perdere le vitamine ed i sali minerali che perderebbero lessandoli. Intanto mettere sul fuoco l’ acqua per gli gnocchi. Propongo quelli biologici al farro perché sono molto gustosi. Quando gli orapi sono a coltura ultimata, aggiungetevi la panna di soia, vi raccomando quella biologica per evitare quella ogm, e aggiungere un pizzico di sale marino integrale. A questo punto il sugo è quasi pronto. Cuocere gli gnocchi. In pochi minuti gli gnocchi verranno a galla. A questo punto scolare gli gnocchi aggiungerli al sugo di orapi. In ultimo fare sciogliere una bustina di zafferano in pochissima acqua calda e versare sugli gnocchi, amalgamando il tutto girando con un cucchiaio di legno. Dopo pochi minuti potete servire a tavola. Lo zafferano si deve cuocere pochissimo perché è termolabile.
Proprietà degli orapi (Chenopodium bonus henricus)
E’ una pianta ricca di ferro e di vitamina C e le si riconoscono straordinarie proprietà depurative, emollienti e lassative…
Proprietà dello zafferano (Crocus sativus)
Lo zafferano era noto fin dagli antichi romani per le sue proprietà officinali. E’ un tonico del sistema nervoso. Grazie ai suoi carotenoidi secondo alcuni studi scientifici ha proprietà anti-stress, anti-ansia ed antidepressive. Aiuta la digestione, ha un potere antiossidante ed è anche diuretico.

I benefici del cioccolato

Foto di Alessandra Cenci
Si è pensato per molto tempo che il cioccolato facesse ingrassare o al minimo facesse venire i brufoli. In realtà, non solo per le antiche popolazioni dei Maya e degli Atzechi lo consideravano un cibo sacro, indispensabile e salutare tanto è che il nome scientifico del cacao datogli da Linneo è Theobroma Cacao, ossia bevanda degli dei, ma dalle più recenti scoperte, il cacao avrebbe delle virtù salutari vere e proprie.
Una ricerca ha dimostrato che il consumo dei composti del cacao può portare diversi benefici all'apparato circolatorio, inclusi miglioramenti del flusso di sangue al cervello e all'apparato cardiovascolare.
La ricerca è stata pubblicata nel Journal of Cardiovascular Pharmacology in un articolo che evidenzia i potenziali benefìci per la salute del cacao, ricco di flavoni (appartenenti alla classe dei bioflavonoidi, detti anche vitamina C2 o vitamina P).
In un precedente studio si è dimostrato che il consumo continuo di cacao può proteggere da ictus ed attacchi cardiaci in quanto grazie agli effetti dei flavoni, migliora la circolazione venosa, ed inoltre l’effetto protettivo che il cacao esercita sul cuore è addirittura doppio rispetto a quello provocato dal vino rosso.
Un altro studio condotto nell’Università della Pennsylvania ha dimostrato che introducendo nella dieta dai venti grammi di polvere di cacao si ottiene un aumento del colesterolo “buono” HDL a discapito del colesterolo “cattivo” LDL. Questo effetto era dose dipendente, ed aumentava arrivando ai quaranta grammi di cacao. Il motivo è da attribuire alle sue proprietà anti-ossidanti.
E’ risaputo che il cioccolato migliora il tono dell’umore, in quanto contiene la feniletilendiammina, un oppiaceo che è un precursore della serotonina, la sostanza che il nostro cervello produce quando siamo innamorati; per questo motivo molte persone dopo aver mangiato il cioccolato avvertono un senso di appagamento.
Andando a studiare i benefìci riscontrati nelle popolazioni che consumano alte quantità di cacao in una popolazione indiana (i Kuna) di un'isola di Panama, si è riscontrata un' insolita assenza di disturbi legati all'invecchiamento: ipertensione, cancro, diabete e malattie cardiache, nostante l'elevato consumo di sale, paragonabile a quello delle società occidentali. Gli studiosi hanno condotto un'indagine per verificare il tipo di alimentazione. Il dato più appariscente è stato l'elevato consumo di cacao, facendo ritenere che ci sia un collegamento fra l'abituale consumo dell'alimento e la loro bassa incidenza di malattie cardiache.
Per ottenere questi benefici, bisognerebbe mangiare il cioccolato fondente ad elevata concentrazione di cacao, maggiore del 70%. Purtroppo la maggior parte di cioccolato che si trova in commercio, contiene ben poco cacao, molti zuccheri raffinati e grassi ed infine lecitina di soia che potrebbe provenire da coltivazioni geneticamente modificate. Per questo consiglio di acquistarlo ad alto contenuto di cacao con zucchero di canna grezzo al posto dello zucchero raffinato e preferibilmente nei negozi biologici.

RISO MISTO SELVATICO ALLA BORRAGINE (borrago officinalis)


ricetta di Alessandra Cenci foto di Alessandra Cenci borragine nei monti della Tolfa
Ingredienti e dosi per 2 persone: foglie di borragine, 200 grammi di riso misto selvatico (negozi biologici), una cipolla scalogno, un peperoncino a pezzetti, olio extra vergine di oliva, prezzemolo,una bustina di zafferano,
sale marino integrale
Mettere a cuocere 200grammi di riso misto selvatico con il doppio dell’acqua in peso per circa 45 minuti. Separatamente far soffrigere lievemente 1 cipolla scalogno fatta a pezzetti in un kwok con olio extra vergine di oliva e un peperoncino tritato con foglie di prezzemolo. Subito dopo aggiungere le foglie di borragine lavate e tagliate e cuocere a fuoco lento con aggiunta di poca acqua per non farle bruciare per 20 minuti circa e spegnere. Quando il riso si è cotto aggiungerlo nel kwok e ripassarlo con le foglie di borragine. Infine aggiungere una bustina di zafferano fatta sciogliere in pochi millilitri di acqua tiepida. Ripassare per pochi minuti in quanto lo zafferano è sensibile al calore e potrebbe perdere le sue qualità. Quando tutto il riso si sarà colorato di giallo portare a tavola e servire!
Una piccola nota curiosa: anche i fiori si possono mangiare sono ottimi in insalata
Proprietà della borragine da http://www.erbe-officinali.com/borragine.html
1) Azione protettiva cutanea: l’olio di borragine rappresenta un importante integrazione per mantenere una corretto equilibrio della cute: i suoi principi attivi partecipano infatti in numerosi processi fisiologici, prevenendo l’insorgenza di diverse patologie distrofico-infiammatorie.
2) Azione antiallergica: acido linoleico e ac. gamma-linolenico competono con l’acido arachidonico nella sintesi delle prostaglandine e favoriscono la produzione delle prostaglandine Serie I (le cosiddette prostaglandine "buone"), mostrando così un effetto positivo nelle reazioni da ipersensibilizzazione a determinati fattori.
3) Azione cardiovascolare: in particolare l’ac. gamma-linolenico impedisce l’aggregazione piastrinica lasciando liberi i vasi arteriosi, migliorando la circolazione e il funzionamento cardiaco, sempre grazie all’aumentata sintesi di prostaglandine Serie I, che fra l’altro abbassano anche la pressione arteriosa e inibiscono la sintesi endogena di colesterolo