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mercoledì 22 dicembre 2010

CRISI ECONOMICA E FUTURO POSSIBILE

Foto di Alessandra Cenci- Penisola Dilek (Turchia)
Gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da una grave crisi economica che sta investendo tutto il mondo. Dai cambiamenti climatici, all’inquinamento ambientale, al tracollo economico… sembra quasi impossibile sperare ormai in un futuro migliore. Quale mondo lasceremo ai nostri figli ed ai nostri nipoti? Eppure come dice Einstein, il padre della relatività “E’ possibile superare i problemi soltanto mutando i pensieri e gli atteggiamenti che li hanno creati”. Come scrive Roy Martina nel suo ultimo libro “La formula per la vita” : “La mentalità del capitalismo deve cambiare, dobbiamo perseguire una crescita sostenibile e verde…”. Per quanto possa sembrare strano da uno studio del Research Institute of Organic Agricolture (FiBL) (en) si dimostra che a parità di ettari, le emissioni di gas serra con coltivazioni biologiche sono inferiori al 35-37% rispetto a coltivazioni secondo concimi convenzionali animali. Questo si spiega perché l’agricoltura biologica in media restituisce il 12-15% in più di anidride carbonica nel terreno rispetto agli altri fertilizzanti grazie all’incremento di fertilità e contenuto di humus che fornisce il terreno. La biodiversità è minacciata dalla distruzione degli habitat naturali, in particolare per via dell’inquinamento, urbanizzazione e deforestazione e prosciugamento di zone umide… nuovi virus e parassiti si sono trovati improvvisamente a dei salti di specie e sono diventati più aggressivi. L’uniformità genetica delle coltivazioni selezionate solo in base ad una maggiore produttività e delle coltivazioni ogm (geneticamente modificate) può creare ad una maggiore vulnerabilità alle malattie in agricoltura e zootecnia. Nel 1840 la peronospora distrusse i raccolti di patata irlandese causando la morte di oltre un milione di persone. Danni ambientali ed incidenti sono ormai sempre più comuni. Gli squilibri sono talmente numerosi che sembra impossibile trovare una via d’uscita. La rabbia e lo sconforto crescono. Ci sono persone che passano la vita su Internet per parlare male di tutti, perfino alcuni scienziati, psicologi ed economisti sono convinti che l’uomo sia per natura aggressivo e utilitarista. “Homo Homini Lupus” scriveva il filosofo inglese Hobbes, eppure come scrive Jeremy Rifkin nel suo ultimo libro “La civiltà dell’empatia” negli ultimi decenni alcune scoperte sensazionali nell’ambito della biologia e delle neuroscienze hanno cambiato questa credenza dimostrando che uomini e donne sono in grado fin dalla più tenera età a relazionarsi con gli altri in maniera empatica, ossia sulla capacità di percepire i sentimenti degli altri, ed in particolar modo la sofferenza come se fossero i propri. La scoperta dei neuroni a specchio nel gruppo di ricerca di Rizzolati e suoi collaboratori nel 1996 è stata causa di un vero terremoto nel mondo accademico e ha costretto biologi, psicologi, filosofi a rimettere in discussione la dicotomia cartesiana mente-corpo, che isolava la ragione dai sentimenti e dalle emozioni. In pratica i ricercatori scoprirono tramite la risonanza magnetica nucleare (NMR) che i neuroni della corteccia frontale del cervello di un macaco si attivavano sia prima che l’animale afferrasse una nocciolina sia se l’animale vedeva il ricercatore allungare il braccio verso la nocciolina senza aver mosso alcun muscolo. La scoperta dei neuroni a specchio apre la porta a quei meccanismi biologici che rendono possibile la socialità. Essere sociali quindi è nella nostra natura. La vita degli individui è resa possibile grazie alle interazioni con gli altri. La vita stessa dei primi individui pluricellulari è stata resa possibile dall’assemblarsi di colonie pluricellulari che man mano sono divenute sempre più complesse attraverso la specializzazione, proprio come nelle comunità umane preistoriche, la presenza di soli cacciatori non garantiva la sopravvivenza e grazie all’introduzione delle coltivazioni nacquero le prime popolazioni. Ora direte voi per sopravvivere e prosperare dobbiamo scegliere tra uno stato statico ed uno dinamico, erbe mediche e tecnologia? Una cosa non esclude l’altra… Esiste un sapere millenario sull’uso delle piante medicinali che ha fondato le sue tradizioni nella filosofia ayurvedica e cinese, mentre la nostra tradizione biomedica è di tipo positivistico, in una persona viene presa in esame solo la sua patologia, eppure se consideriamo i progressi della scienza, la medicina ha fatto miracoli. Per potersi integrare, entrambe devono partire dall’individuo e permettere che i suoi bisogni vengano soddisfatti. Lo stesso vale per le energie, da una parte dovrebbe essere incrementato lo studio e le applicazioni delle energie alternative, dall’altro le fonti petrolifere sono ancora necessarie per produrre le materie prime. Si potrebbe ridurre il consumo di carne, visto che da uno studio della FAO risulta che il bestiame produce il 18% delle emissioni dei gas serra: più del settore trasporti. I cambiamenti climatici, la scarsità dell’acqua e del petrolio potranno alimentare tensioni politiche e instaurare nuovi conflitti. Eppure come scrive Jeremi Rifkin “un gran numero di studi in tutto il mondo dimostra chiaramente che quanto più i valori al centro della nostra vita sono orientati al materialismo, tanto più diminuisce la qualità della nostra vita, e che una volta raggiunta la soglia del benessere, un ulteriore arricchimento non crea più benessere, ma al contrario fa scattare gli egoismi e l’avidità e le persone diventano sempre meno empatiche”. Una svolta positiva è possibile, ma richiede un impegno costante da parte di tutti. Fortunatamente nella storia ci sono state esseri umani esemplari che hanno vissuto secondo i valori umani della compassione, filantropia e generosità. Gordon osservava “L’amore fa crescere il cervello”, abbiamo quindi ancora una possibilità e dobbiamo sfruttarla pienamente soprattutto per le generazioni future. Per ironia della sorte, il cambiamento climatico ci sta costringendo a riconoscere la nostra umanità condivisa e la nostra comune sofferenza. Siamo ancora in tempo per disegnare il nostro futuro positivo, una storia d’amore universale, l’unica in grado di assicurarci un futuro.


Da: Roy Martina “La formula per la vita” Ed. Sperling e Kupfer

Bruce Lipton & Steve Bhaerman “L’evoluzione spontanea” Ed. Macro

Jeremy Rifkin “La civiltà dell’empatia” Ed. Mondadori

lunedì 13 dicembre 2010

PEPERONI RIPIENI DI MIGLIO (decorticato)

Foto e ricetta di Alessandra Cenci – Ricetta per celiaci

Ingredienti per 2 persone: 400gr di peperoni, 100 grammi di miglio decorticato (deve essere scritto nella confezione), 2 spicchi d’aglio, uno scalogno, olio extra-vergine d’oliva, acciughe, capperi, pomodori secchi, foglie d’alloro, timo, maggiorana, prezzemolo, mentuccia, peperoncino, sale marino integrale.

Cuocere il miglio con il doppio dell’acqua per venti minuti. Il miglio non ha bisogno di ammollo preventivo. A parte far soffriggere delicatamente in un kwok o in una padella, uno scalogno con il peperoncino e prezzemolo ed aggiungere i peperoni tagliati in due metà in senso longitudinale. Aggiungere due dita d’acqua e farli cuocere per 10’ per ammorbidirli. A parte preparare un battutino di aglio con le spezie sopra citate. Preparare in una teglia da forno un letto di foglie d’alloro, un po’ d’olio e mettere i peperoni che sono stati lessati e tagliati in due. Una volta che il miglio si è cotto salarlo poco e aggiungere l’aglio tritato con le spezie, i capperi che sono stati a bagno almeno mezzora in acqua per togliere l’eccesso di sale, i pomodori secchi, e riempire i peperoni con il miglio e le spezie. Versarci sopra le due dita d’acqua con i quali si sono fatti lessare un po’ i peperoni con lo scalogno ed infornarli per 15’ a 150°C. Servire in tavola.

Proprietà del miglio (Panicum miliaceum, L.) Forse l’ utilizzo del miglio in questa ricetta può far sorridere, pensando che è l’alimento preferito dei pappagallini ondulati, ma nella realtà il miglio è un cereale molto antico, originario dell'Asia centro orientale, coltivato anche dagli antichi egizi. Attualmente viene coltivato in Asia ed in Africa. A differenza del frumento, il miglio non contiene il glutine, quindi può essere utilizzato per l’alimentazione dei celiaci, ma attenzione, deve essere scritto nella confezione che è decorticato, perché il suo tegumento contiene glutine; ma queste non sono le sue uniche qualità. Nonostante l’aspetto ingannevole dei suoi minuscoli semini dorati, il miglio ha la ricchezza e la completezza degli altri cereali, infatti le sue proteine sono facilmente digeribili ed assimilabili rispetto a quelle del frumento, e tra i lipidi contiene anche un’alta percentuale di grassi insaturi. Il miglio è anche ricchissimo di oligoelementi come ferro e fosforo e per queste proprietà energizzanti è particolarmente indicato all’alimentazione dei bambini, delle donne in gravidanza, e delle persone che svolgono lavori intellettuali. Il miglio è utile quindi anche nei casi di stanchezza da stress, fisica e psicologica, la depressione perché ricco di magnesio, l’anemia perché contiene ferro, e ed è anche un diuretico. Per le sue proprietà mineralizzanti e per il suo contenuto in silicio è adatto anche alla salute dei capelli, delle unghie, della pelle e della salute dei denti in quanto contiene anche fluoro. Ha anche un buon contenuto di vitamine A, B1, B3, E, ed infine è l’unico cereale ad avere qualità alcalinizzanti. Lo trovate in vendita facilmente nei negozi biologici.
Proprietà dei Peperoni (Capsicum annuum L.) Appartengono alla famiglia delle Solanacee, e sono originari dell'America del Sud (Brasile). I peperoni contengono la "capsicina", un alcaloide che conferisce il caratteristico sapore piccante a questo ortaggio. I peperoni sono molto più ricchi di vitamina C rispetto agli altri ortaggi e persino rispetto agli agrumi. Purtroppo la vitamina C, si degrada con il calore, ma i peperoni possono anche essere mangiati crudi in insalata. I peperoni sono ricchi anche di vitamina P che insieme alla C rinforza i vasi sanguigni e per questo sono eccellenti nel prevenire l’aterosclerosi. Sono ricchi di carotene per cui hanno un’azione anti-ossidante e vitamine del gruppo B. Per il loro contenuto di potassio sono diuretici ed abbassano la pressione, sono ricchi di ferro, iodio, fluoro e zinco e per il loro alto contenuto di fibre sono adatti nelle diete dimagranti e per il buon funzionamento dell’intestino. Essendo un pochino piccanti sono sconsigliati a chi soffre di iperacidità gastrica o ai bambini.

Da: http://www.cibo360.it/alimentazione/cibi/cereali/miglio.htm
http://www.aamterranuova.it/article3668.htm
http://www.giallozafferano.it/ingredienti/Peperoni
http:// www.benessereblog.it/.../proprieta-salutari-dei-peperoni
http://it.geniuscook.com/peperone-dolce-e-aterosclerosi/

martedì 7 dicembre 2010

RUOLO DELL’ALIMENTAZIONE NEL SISTEMA IMMUNITARIO

Foto di Alessandra Cenci- gheriglio di noce
Fin dall’antichità era nota l’esistenza di una correlazione tra qualità del cibo e salute. Il famoso medico Ippocrate di Coo scriveva nel IV secolo a.C. “Fa’ che il cibo sia la tua medicina”, e nella millenaria scienza ayurvedica il cibo rappresentava “l’assoluto”, eppure ancora oggi nei corsi di medicina non è prevista la scienza dell’alimentazione tra gli esami obbligatori. Ci è stato insegnato che il nostro destino è connesso al corredo cromosomico (DNA) che abbiamo ereditato dai nostri antenati, per cui se in una famiglia vi sono stati dei malati di cancro, il nostro destino sarà inevitabilmente segnato. Fortunatamente il progetto genoma (HPG) ha cominciato a scalfire queste vecchie credenze della scienza tradizionale, anche se ironicamente era stato avviato per dimostrare l’opposto. Negli anni 50 alcuni ricercatori americani fecero delle ricerche sulla dieta mediterranea per capire il motivo per cui le popolazioni mediterranee soffrivano di meno rispetto agli americani di disturbi circolatori, infarti e tumori. Dallo studio emerse che nella dieta mediterranea erano presenti molta frutta e verdura e legumi, che hanno un forte ruolo antiossidante, per cui nonostante anche i mediterranei facessero un ampio consumo di grassi, si riducevano notevolmente i rischi di tali malattie. Ho avuto la fortuna di partecipare ad un convegno, dove ho sentito parlare la Dott.ssa Anna Villarini, biologa e specialista in scienza dell’Alimentazione, che lavora come ricercatrice presso il Dipartimento di Medicina preventiva e predittiva all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Dai suoi studi sul progetto DIANA è emerso che, riequilibrando la dieta è possibile anche modificare l’ambiente all’interno dell’organismo, riducendo il peso dei fattori che favoriscono lo sviluppo dei tumori della mammella e che ne ostacolano la guarigione. Una alimentazione basata su un ridotto consumo di zuccheri e di grassi saturi, l’utilizzo di grassi polinsaturi, oltre al consumo di cereali non raffinati, legumi e verdure sono la ricetta per modificare l’ambiente interno in modo da ostacolare lo sviluppo delle cellule tumorali. Il dott. Berrino, coordinatore del progetto DIANA sostiene che alti livelli nel sangue di insulina, ormoni sessuali e del fattore di crescita IGF-I (insulin-like growth factor) sono associati a maggiori probabilità di sviluppare un cancro mammario. Il dott. Bottaccioli nel suo libro “Psiconeuroendocrinoimmunologia” scrive che l’informazione contenuta nel DNA può modificarsi a seconda dei segnali che giungono al nucleo della cellula anche da parte di alcuni nutrienti. Studi recenti hanno dimostrato che nonostante le cellule immunitarie abbiano bisogno di glucosio a causa della loro continua attività per il mantenimento dell’omeostasi dell’organismo, un eccesso di glucosio causa un’infiammazione attraverso meccanismi di attivazione indiretta di geni che producono citochine infiammatorie. La stessa cosa vale per un eccesso di proteine. Tra gli aminoacidi che sono i mattoni con i quali sono costituite le proteine, due sono particolarmente studiati l’arginina e la glutammina in quanto essenziali per l’attività delle cellule del sistema immunitario, linfociti e macrofagi. Di grande importanza per modulare il sistema immunitario sono anche i grassi. Tutti i grassi hanno un ruolo strutturale nella membrana cellulare, ma i polinsaturi hanno un’azione immunomodulante sul sistema immunitario. Infatti a seconda del tipo di grassi presenti nella dieta e di conseguenza tra quelli che compongono le membrane cellulari, le cellule saranno in grado di formare alcuni mediatori, che sono sostanze che mettono in comunicazione le cellule tra loro. Tra queste ci sono le prostaglandine. Se la membrana cellulare è composta in prevalenza da omega 6, verranno formate prevalentemente prostaglandine infiammatorie (della serie 2), mentre se la membrana è formata in buona parte da omega 3, si produrranno prostaglandine antinfiammatorie (della serie 3). Gli omega 6 sono tipici delle carni rosse, bianche, formaggi, uova mentre gli omega 3 si trovano negli oli vegetali spremuti a freddo, nel pesce e nei semi oleosi (noci, semi di girasole, semi di zucca, semi di sesamo, semi di lino) nei vegetali a foglia verde, nei legumi. Gli omega 3 aumentano l’espressione di enzimi coinvolti nella rimozione dei grassi da deposito, in modo che le cellule immunitarie abbiano più energia. Nell’ultimo secolo con l’utilizzo delle alte temperature per la produzione degli oli ed il maggiore consumo di carni si è avuto un brusco cambiamento del rapporto omega 3 su omega 6 passando dal tradizionale 1:2 fino a 1:20. Questo squilibrio ha portato un aumento delle malattie croniche e degenerative e delle malattie allergiche. Attenzione alle margarine che sono grassi vegetali modificati industrialmente, molto meglio poco burro, o quando trovate scritto nelle etichette “grassi vegetali e animali”, vuol dire che si tratta di grassi di scarto. Infine un altro fattore che aggrava lo squilibrio del sistema immunitario è rappresentato dalle carenze di tutte le vitamine, in particolare la C ed oligoelementi derivati dal consumo di frutta e verdura coltivati con concimi chimici e trattate con pesticidi. La bella notizia però che a parità di corredo cromosomico il funzionamento del sistema immunitario dipende da “quello che mangio”, quindi possiamo scegliere la salute per noi e per i nostri figli.


Da: http://www.riflessioni.it/salute_alimentazione_naturale/nutrigenomica.htm
F. Bottaccioli e Anna Carosella “Immunità cibo e cervello”- Ed. Tecniche nuove
M. Trevisan “Liberi da allergie ed intolleranze” Ed. Terra Nuova
A.Villarini con G. Allegro: “Prevenire i tumori mangiando con gusto” Ed. Sperling & Kupfer